Controllo. Ma serve a qualcosa?
Se i figli non fossero controllati dai genitori, arriverebbero vivi all’adolescenza?Ciao io sono Alessandro e questo è Valorel, il canale dove ragioniamo sul valore relazionale, nella comunicazione, nel marketing e nella crescita personale.Se ti interessi di pratiche olistiche e di comunicazione, come hobby o per lavoro, ti consiglio di tenermi entro i tuoi radar, potrai trovare spunti utili, nei miei contenuti.Dicevo, se non fosse per il controllo e la protezione esercitati dai genitori, molti bambini non sopravvivrebbero.Quindi è molto utile bandire i pregiudizi riguardo alla parola “controllo” per comprendere bene cosa si intende per genitorialità tossica.
La quale emerge, di solito, quando i figli cominciano a crescere.Perché se da un lato per il genitore è bello vedere i figli crescere e svilupparsi, dall’altro gli può sembrare terrificante rendersi conto che un giorno non avranno più bisogno di lui.Eppure il raggiungimento dell’autonomia e indipendenza, da parte dei figli, è un processo che un genitore saggio è in grado di incoraggiare, agevolare e facilitare.E’ bene riuscire a comunicare ai figli l’importanza di sapersi prendere dei rischi e di imparare dai propri errori.Ma è facile fare della teoria quando i figli di cui parli non sono i tuoi!E in pratica come si può fare?Se si riesce a fornire ai figli un luogo dove possono sentirsi sicuri e sostenuti, gli si regala una solida rampa di lancio per crescere e prosperare.Perché in questo modo si sentono liberi di esplorarsi e quindi gli è più facile trovare dentro di sé le forze necessarie a svilupparsi.
Preoccupazioni e ansie. Cosa succede?
Se invece mamma e papà vivono in condizioni di perenne preoccupazione e agitazione, i figli svilupperanno senso di frustrazione e impotenza.E più che rampe di lancio, gli si procurano delle appiccicosissime zavorre
Anzi, secondo Susan Forward con questo atteggiamento i genitori imprigionano i loro figli in uno stato di dipendenza perpetua.
Lo fanno perché soffrono della “sindrome del nido vuoto“.E dato che non riescono a sopportare il pensiero che i loro piccoli lascino il nido, cercano di legarle a sé il più a lungo possibile. Con le tecniche più disparate.
Che dolci, non è vero?
Non è vero! La dolcezza se c’è è una copertura, perché il valore di un genitore controllante è completamente legato ai risultati dei figli.Quindi, quando questi ultimi iniziano a lasciare il nido, i “poveri” mamma e papà si sentono come se fossero stati presi a calci nel sedere!A quel punto molti genitori scelgono di mascherare il loro dominio con una parvenza di premura.Così per gradire, a proposito di comportamenti subdoli!
Lo faccio per il tuo bene!Lo faccio solo per te, solo perchè ti amo tanto… da renderti la vita un incubo!
Fai come ti dico o non ti parlerò mai più.Fai come ti dico o ti taglio i fondi.Fai come ti dico o sei fuori dalla famiglia.
Mai sentito frasi come queste? Sono frasi di controllo diretto
Il controllo diretto
Affrontarlo somiglia alla battaglia contro il mostro dell’ultimo schermo, travolgente e intensa!
Per lui i tuoi sentimenti e i tuoi desideri sono fuori discussione: chi se ne frega di quello che vuoi tu! La tua opinione? Ma per favore! Buttala nel cestino!
E’ come cercare di uscire da un pozzo senza fondo, aggrappandosi a degli ultimatum che ti vengono scagliati sulla testa. Lo squilibrio di potere è astronomico!
Nel quarto capitolo del suo libro “Toxic Parents” di cui trovi un link in descrizione, Susan Forward racconta:
- di come il controllo da parte dei genitori possa diventare intimidatorio e umiliante;
- di come le opinioni e i bisogni dei figli possono essere ignorati in favore di quelli dei genitori;
- di Michael, un dirigente pubblicitario di 36 anni, che affronta questo problema con i suoi genitori, i quali si oppongono al suo matrimonio e relativo trasferimento in California.
La storia di Michael
I suoi genitori riescono ad influenzare le sue scelte anche a distanza. Michael riconosce di avere fatto un grave errore, tollerando che i suoi genitori trattassero male sua moglie.
Dal punto di vista dei genitori, la sua colpa è quella di essere diventato indipendente. Per questo reagiscono sottraendo l’amore e minacciando la catastrofe.
Sono egocentrici e vedono la sua felicità come una minaccia ai loro interessi. Pensano che si sia trasferito e sposato solo per far loro dispetto. Quindi lo costringono a scegliere tra loro e sua moglie, rendendo ogni scelta una decisione “tutto o niente”.
Il ricatto emotivo spinge Michael a soffrire di sensi di colpa, slealtà, e grande rabbia, ogni volta che cerca di prendere il controllo sulla sua vita.Michael inizia la terapia pensando che il suo problema principale riguardi il suo matrimonio, ma scopre che questo è solo un sintomo della lotta per il controllo che ha ingaggiato coi genitori.
I genitori controllanti spesso vedono il nuovo coniuge del figlio come una minaccia e questo favorisce scontri tra genitori e coniuge, che lasciano il figlio dentro una specie di trappola.
Alcuni genitori criticano, altri ignorano, e altri ancora perseguitano direttamente il coniuge. E questo può compromettere il matrimonio.
Ma anche il denaro è uno strumento di potere e controllo spesso utilizzato da genitori tossici per mantenere i propri figli dipendenti.
La storia di Kim
Kim, ad esempio ha 41 anni, è insoddisfatta del suo lavoro, è sovrappeso, divorziata con 2 figli adolescenti e sente di essere in un vicolo cieco. Spera che risolvendo i suoi problemi potrà trovare la persona giusta.Kim crede di non essere niente senza un uomo che si prenda cura di lei e durante la sessione, diventa chiaro questo aspetto.
Dopo il college Kim incontra l’uomo che diventa suo marito. E’ insicuro rispetto al suo futuro e dipende da lei per una quantità di cose.Sono innamorati e si vogliono sposare Il padre di Kim non è d’accordo con il matrimonio ma non si oppone direttamente.Cerca di mantenere il controllo sulla situazione, finanziando la coppia, e dettando loro come vivere le loro vite.Quindi Kim e suo marito dipendono dal padre di lei, facendo percepire a Kim che ha ancora bisogno di essere salvata dal babbo.Il classico caso dove, attraverso il supporto finanziario, il papà esercita un controllo su entrambi i membri della coppia.Kim vive sotto l’influenza del padre, che è la persona più potente nella sua vita.Quando Kim inizia a sviluppare una propria personalità, il padre la umilia.
Kim allora trascorre molto tempo cercando di compiacerlo, ma non importa quanto corra, il traguardo è continuamente spostato, quindi lei non può vincere.Il padre usa il denaro come ricompensa o punizione senza logica o coerenza, mostrando alternativamente generosità e avarizia.Kim è confusa da questi messaggi contrastanti. E questa confusione continua nella sua vita adulta.Infatti incoraggia il marito a lavorare nell’azienda del papà, ma questo è un errore che consegna un ulteriore fetta di potere a suo padre che quindi può influire su ogni scelta della loro vita.
Gli basta fare del mobbing sul marito.
Nonostante questo, il padre di Kim fa la figura del magnanimo, anche se in realtà usa il suo potere finanziario in modo crudo e distruttivo per mantenere il controllo sulla figlia. E quando il marito di Kim ottiene un altro lavoro, il padre lo sminuisce e minaccia di smettere di aiutare la coppia.
Poi però fa un completo dietrofront regalando una macchina nuova a Kim per Natale, con un messaggio che la incita a desiderare un marito ricco come lui.
Questo dimostra come il padre continui a controllare Kim impedendole di lasciare il nido.
La storia di Martin
Martin, invece è un uomo di 43 anni, presidente di una piccola azienda edile.
Va in terapia perché sta vivendo attacchi di rabbia incontrollabile. Ha paura di finire col fare del male a qualcuno.
Martin spiega che la fonte della sua rabbia è suo padre che continua a controllare i suoi affari e a criticare il suo lavoro, anche davanti ai suoi dipendenti.
Nonostante Martin abbia raddoppiato i profitti dell’azienda, il padre continua a rimproverarlo. Martin si sente frustrato dalla situazione e si chiede se il padre può mai smetterla.
Quindi vive costantemente alla ricerca di prove del suo successo, ma la disapprovazione del padre lo mette in crisi.
Il padre usa il business per mantenere Martin in una sensazione di perenne inadeguatezza, rendendolo timido e impaurito.
Martin lotta per riuscire a realizzare che deve cambiare il suo modo di interagire con suo padre.
La manipolazione
La manipolazione può essere una forma di controllo altrettanto dannosa del controllo diretto.I manipolatori ottengono ciò che vogliono senza doverlo mai chiedere apertamente, utilizzando modi indiretti.
La manipolazione è una normale modalità di comunicazione umana, ma può diventare distruttiva quando viene utilizzata come strumento di controllo costante, specialmente nella relazione genitore – figlio. Ma non solo. Ti lascio i link, dei video dove ho già toccato l’argomento.
La storia di Lee
La madre si comporta come se stesse facendo delle cose “di buon cuore”, ma in realtà le sue azioni sono fastidiose per Lee.
Della serie:
Lee inizia a vedere come il suo senso di competenza sia sabotato dalla madre, ma si sente in colpa ogni volta che cerca di esprimere la sua frustrazione.La terapeuta le suggerisce che forse, se sua madre chiedesse direttamente quello di cui ha bisogno, Lee sarebbe meno arrabbiata.E questo dovrebbe dare almeno una vaga idea, a quelle persone che manipolano abitualmente, di quanto grande e diffuso sia il fastidio che covano sotto la superficie, le persone che le circondano.
La storia di Fred
Questa è una tattica utilizzata da molti genitori manipolatori per evitare il confronto diretto.
Questo motiva il bambino a fare quello che vogliono i genitori per riconquistare il loro favore, ma al contempo può inibire la crescita di legami sani tra fratelli.
La storia di Jonathan
Una ribellione di tale portata induce Jonathan a ignorare i suoi veri desideri, privandolo di una relazione amorevole che dice di volere.
Il controllo post mortem
La storia di Eli
Come se la voce del padre fosse registrata in un loop dentro la sua mente, impedendogli di godere dei frutti del suo successo.
E poi c’è la storia di Barbara, una compositrice di musiche di sottofondo per spettacoli televisivi, che versa in una depressione devastante.Pur avendo una carriera di successo, sente un grande vuoto dentro di sé, nel quale teme di perdersi.Soffre per la perdita dei suoi genitori e si sente colpevole per la loro morte.
Ciò provoca una rottura tra lei e i suoi genitori, i quali, invece di optare per un hotel, la prendono sul personale.
E sfortunatamente di li a 3 mesi muore anche il padre. Barbara è sopraffatta dal senso di colpa e dalle voci nella sua testa.
Ecco, quelle che hai ascoltato sono tutte storie di genitorialità tossiche, che controllano i propri figli adulti a causa della loro insoddisfazione e paura dell’abbandono.
Le forme di controllo che ti ho raccontato, impediscono ai figli di avere una propria identità e di distinguere i propri bisogni da quelli dei genitori.In famiglie sane, la transizione verso l’indipendenza avviene alla fine dell’adolescenza, mentre in famiglie tossiche può essere ritardata per anni o per sempre.
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Grazie!Gagliardo eh.