LinkedIn e interazione – Come va?

12 mesi di LinkedIn – qualche considerazione

Questo è il mio dodicesimo mese come specialista di Linkedin. E posso dichiararmi pienamente soddisfatto della piattaforma, per quanto riguarda la fase di interessamento.

Quella fase in cui i possibili clienti si rendono conto della tua esistenza e si incuriosiscono rispetto a quello che puoi fare per loro.

Invece, sto riscontrando una certa difficoltà nella fase di ingaggio. Quella parte in cui i possibili clienti cominciano a farti delle domande o ad esprimere delle perplessità.

Questo, da una parte, dipende dal tipo di post che i miei clienti sono disposti a realizzare; da un’altra parte mi sembra che la bassa interazione tenda a contraddistinguere la piattaforma chiamata Linkedin.

Per avere una conferma, basta visitare qualche gruppo e tenere conto del n. di interazioni e commenti sotto ai post.

Vi sembra di vedere del fermento intellettuale?

A me sembra che commenti e interazioni siano pochi e molti di essi si riducano ad un pretesto per essere visibili, laddove l’algoritmo ha già pagato in commenti e like.

Come per gli assetati nel deserto, la tendenza è  abbeverarsi, ma nelle oasi della visibilità.

Per quali ragioni?

Puoi scrivere come la vedi tu a riguardo, nei commenti.

2 aneddoti per entrare nel merito

Interazione nella rete vendita

Prima di darti il mio punto di vista voglio raccontarti 2 aneddoti.

Il primo è del 2019, e riguarda dei momenti di formazione all’ interno di una rete vendita.

In alcuni di questi momenti si doveva condividere con gli altri commerciali, le soluzioni usate per risolvere problemi e ottenere risultati.

Si doveva pure condividere le difficoltà in cui si versava.

L’idea era quella dell’aiuto reciproco e della condivisione di buone pratiche.

In altri termini, si trattava del famigerato “dare valore”.

Ebbene erano dei momenti incredibilmente imbarazzanti, perché i membri senior della rete vendita non spiccicavano una parola.

Questo ingenerava un clima di circospezione e diffidenza anche in me, novellino: “di cosa hanno paura, di cui non mi sono ancora accorto”?

Interazione al corso di yoga

Il secondo aneddoto riguarda dei momenti di formazione, cui ho partecipato la settimana scorsa, condotti dallo stesso facilitatore, ma in un contesto molto diverso da quello di una rete vendita: quello di un corso residenziale di yoga.

Dopo alcuni laboratori, ognuno di noi aveva la possibilità di mettere a nudo le proprie fragilità, di fronte al gruppo, in un clima di totale rispetto e assenza di giudizio.

Il livello di condivisione è risultato altissimo.

Mettere a disposizione del gruppo il mio vissuto e le mie fragilità, mi ha permesso di sentirmi accolto e supportato dal gruppo stesso, con il risultato che, dei perfetti sconosciuti, sono diventati proprio quegli amici con cui ho voglia di condividere altro tempo ed altre esperienze insieme.

Dai feedback ricevuti dagli altri, è risultato evidente che ognuno ha provato sentimenti simili. Con il risultato di sentirsi reciprocamente sostenuti, rispetto a un obiettivo comune.

Interazioni su LinkedIn

  • Da cosa dipende questa differenza di risultati?
  • In che modo ci è utile nel fare considerazioni riguardo alla bassa interazione su LinkedIn? (sentiti libro di esprimere il tuo punto di vista nei commenti).

Secondo me, la prima importantissima differenza è il contesto.

Mettere sullo stesso piatto la competizione e la condivisione è come decidere di andare sia a Venezia che a Milano, contemporaneamente.

Non è una scelta congrua, bensì conflittuale, perché non tiene conto che l’essere umano non ha il dono dell’ ubiquità e neanche quello della superposizione quantistica.

In un dato tempo, o vado a Milano o a Venezia.

Bisogna scegliere, rispettando i propri limiti.

Competizione e Condivisione

Armonizzare competizione e condivisione però è possibile, a patto di chiarire in anticipo e in comune accordo diversi contesti.

Ad esempio: lunedi si va a Milano, Mercoledi a Venezia.

In questo modo competizione e condivisione possono essere contesti differenti che dialogano tra loro, in maniera costruttiva.

Infatti in un pranzo qualsiasi, posso raccontarti sia del viaggio a Milano, sia di quello a Venezia.Quella costruttività si infrange nella promiscuità. Perché la promiscuità mina il terreno della fiducia.

Quand’è che competiamo per accelerare il reciproco miglioramento, e quand’ è invece che facciamo buon viso a cattivo gioco?

Se io ti chiedo, “quand’è che facciamo riunione col direttore a Milano” ?

E tu mi rispondi “giovedi “. Ma nel giorno giusto, lunedi, ti rechi dal direttore a Milano, biasimando a gran voce la mia assenza; a me non sembra che il tuo gesto investa sulla fiducia reciproca.

Se poi, al di la delle giustificazioni di circostanza, il disguido si ripete nel tempo, non è naturale che io attivi della circospezione?

Punti di attenzione e domande utili a sperimentare soluzioni

Da questi aneddoti evidenzio dei punti di attenzione:

  • Contesto congruo.
  • Contesto incongruo.
  • Competizione.
  • Condivisione.
  • Fairplay.
  • Gioco sporco.

Detto questo:

Domande chiave

  1.  Quali sono le caratteristiche tipiche della mia presenza su Linkedin?
  2. E quali sono le caratteristiche attuali della mia rete?
  3. Sono riuscito a impostare dei contesti congrui o ci sono delle contraddizioni che posso risolvere attraverso degli spazi dedicati?
  4. Qual’ è il mio atteggiamento generale nei confronti di ciò che non mi piace o non condivido?
  5. Riesco ad esprimere liberamente il mio punto di vista, senza giudicare?
  6. Riesce a farlo anche la maggior parte della mia rete?
  7. Se no, posso aiutarli in qualche modo?
  8. Qual’è il mio atteggiamento nei confronti dei miei competitor?
  9. Ne riconosco il valore o lo nego per paura di perdere nella competizione del “posizionamento”?
  10. In che modo posso agire per migliorare la mia rete?
  11. A quali persone posso chiedere collegamento? Da quali persone è meglio sganciarmi?
  12. Chi è utile bloccare, eventualmente?
  13. Ci sono pagine o gruppi che è utile io crei per dare un contesto congruo su un argomento specifico?
  14. Ci sono dei limiti di piattaforma che è utile accettare come sono, e valutare di compensarli con un’ altro social?

Spero che queste domande vi facciamo vedere delle possibilità di azione interessanti.

E ‘utile ricordare, secondo me, che la comunicazione istituzionale va benissimo. Ma se voglio interagire con le persone, è utile metterci la faccia, raccontarmi, usare una comunicazione più personale.

Le fasi del marketing vanno attraversate tutte. In qualche modo l’interazione va innescata, se occorre, sperimentando interdipendenza tra diverse piattaforme.

A proposito di questo, trovi i miei contenuti anche su Telegram.

Grazie, buone cose e alla prossima.

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