Il Fascismo Eterno
Umberto Eco ci aveva avvisati!
Ma di che cosa? Te lo spiego dopo la sigla!
A luglio 2018 ottengo il mio diploma di insegnante di Yoga.
Ma come?
- Frequento un biennio apposta.
- Scrivo una tesi.
- Faccio un’ esame pratico.
Perché è interessante?
- Perché nella tesi parlo di UR FASCISMO e culto della tradizione.
- Perché il corso è di stampo moderno.
- E perché il tradizionalismo e il modernismo sono agli antipodi.
Dal buio della notte al sole di mezzogiorno, ci sono infinite sfumature.
Che possono essere colte con maggiore facilità se il contrasto è elevato.
Una di queste sfumature, è l’ UR FASCISMO.
Che è un modo più breve di dire fascismo eterno.
Le sue 4 caratteristiche di base
Il fascismo eterno ha 4 caratteristiche alle quali bisogna stare molto attenti.
Perché quando sono presenti, anche singolarmente, tendono a far condensare una nebulosa reazionaria.
E quali sono ste caratteristiche?
- Il culto della Tradizione
- Il rifiuto del modernismo
- Il culto dell’azione per l’azione
- Il rifiuto dello spirito critico
E quando dico “rifiuto dello spirito critico”, intendo la tendenza a far passare il disaccordo per tradimento!
Tendenza che mi sembra piuttosto diffusa!
- Penso al rapporto fra i governi e Julian Assange
- Penso all’etichettatura compulsiva di qualsiasi categoria sociale immaginabile.
- Penso alla polarizzazione dei gruppi in seno al bisogno di fare community.
Che poi è figlio del bisogno di monetizzare, che poi è figlio del bisogno de magná.
Il rifiuto dello spirito critico
Ed è come se ognuno di noi dicesse agli altri:
“Se non approvi quello che faccio, allora sei fuori!
Sei fuori:
- Perché col tuo disaccordo mi metti in pericolo di vita.
- Perché mi metti in cattiva luce.
- Quindi mi rovini il personal brand.
- Quindi mi riduci il fatturato.
E pensare che c’è chi se la prende coi social-network, come se il problema originasse da li.
I luoghi del fascismo eterno
E invece no, è il FASCISMO ETERNO, quello che vive dentro ogni essere umano che è in conflitto morale coi suoi stessi bisogni.
È li che trova il suo spazio naturale. Ed è per questo che è eterno.
Certamente.
Perché se collochi le fonti dell’ autorità oltre l’umano, oltre te stesso, in luoghi in cui tu non hai accesso, nelle astratte regioni del divino”, come del resto fa ogni Tradizione, certe disgrazie sono facilitate.
Perché la rinuncia alla propria responsabilità è anche la rinuncia al potere su di sé.
E allora resta solo il potere sugli altri, che gli altri esercitano su di noi, e noi su di loro.
Tipo che quando tiri acqua al tuo mulino è più facile che tu dica che sei al servizio:
- del nobile dio,
- della nobile istituzione,
- della nobile causa!
Piuttosto che tu faccia delle richieste specifiche, in funzione della tua voglia:
- de scopà,
- de magnà,
- e di sentirti importante per qualcun’altro!
insomma, il culto della Tradizione da tutta l’impressione di essere un potente precursore d’ipocrisie, ricatti morali e rigidità gerarchiche…che rifiutano il modernismo per una ragione molto semplice.
- In un mondo dove si può fare domande con disinvoltura.
- Dove la distribuzione liquida del potere è davvero compiuta
- Dove la società è costituita da persone con solida autostima, senso di responsabilità e rispetto di sé.
Alla Tradizione cosa resta, se non i tentativi di restaurarsi?
Ancien Régime come hobby
Questo perché il modernismo sta alla Tradizione PRECISAMENTE come la rivoluzione francese sta all’Ancien Régime. Ma anche viceversa!
Saranno forse le modalità di questo viceversa che continuano a sfuggirci?
- Sembra un discorsone lontano ma, siccome la Tradizione:
- Sta alla base della maggior parte delle religioni.
- Sta alla base delle arti marziali giapponesi e del militarismo.
- E sta alla base dello Yoga.
Ci ritroviamo con un Ancien Régime che cerca di restaurarsi, nello spazio personale delle persone moderne, attraverso i loro amatissimi hobbies.
Per questo io sento il bisogno di
- evidenziare degli ostacoli
- discutere soluzioni e sperimentarne qualcuna
- e di confrontarmi liberamente con altri interessati a questi temi.
Quindi se senti della curiosità, anche vaga, fatti vivo nei commenti per favore.
Rapporti umani, marketing e l’accorgersi dei bisogni
Ma parlavo di vincere degli ostacoli!
Ostacoli verso cosa?
Verso una prospettiva dei rapporti umani radicata sul L’ACCORGERSI dei propri bisogni.
Di cosa sento bisogno?
Perché se io non sono consapevole dei miei stessi bisogni, se non mi sforzo di sviluppare un linguaggio, per prendere confidenza con loro, allora sono manipolabile.
E al contempo divento un manipolatore.
Si certamente!
Scusa ma secondo te, è un caso che nella nostra società il marketing abbia assunto un ruolo così centrale?
Il marketing è ovunque, perfino nelle parole di quelli che parlano male del marketing.
Ed è qui anche adesso, nelle parole che ti dico.
E sai perché?
Perché il marketing fa leva sui bisogni insoddisfatti e su tutto il carico psico-emotivo che ne deriva.
Non accade solo per pura malizia che gli yogi guru si trasformino in predoni.
Yogi Guru e Predoneria
Magari il loro intento di base è diverso, tipo quello di favorire la spiritualità delle persone.
Solo che nel giubilo della loro nobile causa, nascondono perfino a se stessi di essere mossi da bisogni ben più prosaici.
Il tutto all’insegna della CONSAPEVOLZÈEEZZA
Tanti Shanti e Namasté
E così come è vero che l’occasione rende l’uomo ladro, l’occasione di esercitare un potere, di procurarsi un vantaggio, di solito è colta senza badare troppo alle conseguenze.
Anche dai professionisti della relazione d’aiuto!
- E penso alle vicende che hanno interessato Bikram, sul quale è ora in onda uno speciale su Netflix.
- Penso allo scandalo che ha riguardato il padre spirituale dell’Ashtanga Yoga
- E penso soprattutto alle accuse che 5 donne austriache hanno mosso all’attuale erede della dinastia di Krishnamacharia.
Dato il numero di questi scandali, non è il caso di chiederci se non ci sta sfuggendo qualcosa di questa straordinaria tradizione?
Si può farlo anche senza tramutarsi in giustizialisti eh?
Per esempio:
In un articolo di Matthew Remski di cui ti lascio il link, si parla dell’erede della grande dinastia Yogica citata poco fa.
Il quale nel 2012 è stato accusato di:
- intimidazione psicologica
- “bullismo spirituale”, qualunque cosa questo significhi.
- umiliazione sessuale dei suoi studenti, in contesti di gruppo,
- e di avere sottoposto alcune studentesse a falsi massaggi “granthi”, promettendo di dotarle di poteri speciali attraverso il rapporto.
Naturalmente, chiedendo loro silenzio e segretezza in proposito, in modo da rispettare alla lettera il manuale del perfetto manipolatore.
Ora, io non so neanche cosa sia il massaggio “granthi”.
Inoltre non possiamo sapere se è vero o no che queste cose siano accadute.
Poi lungi da me rinnegare il grande valore che tale dinastia di Yogi ha apportato per la demistificazione degli Yoga Sutra di Patanjali.
Però mi pongo delle domande:
- Dal momento che cominciano a piovere denunce, non è che qualche messaggio, da qualche parte, è arrivato in modo, come minimo inappropriato, agli allievi?
- In quali modi certi messaggi arrivano ai discenti in maniera equivoca, poco chiara, confusa e incongruente?
- Non è il caso di cominciare a dare un nome, alle stranezze che si esprimono oggi giorno, nello Yoga e nelle culture Tradizionali?
Le Tradizionali incongruenze della manipolazione
Per esempio:
I confini della relazione Maestro – Allievo, sono posti in maniera confusa.
A mio avviso per poter offrire agli insegnanti l’opportunità di attraversarli con profitto, una volta sfumati.
E anche non fosse questo lo scopo iniziale, è ormai lapalissiano che comunque, poi è così che va a finire!
Ho scoperto che nella cultura anglosassone esiste un ampio dibattito, nell’opinione pubblica, sul tema degli abusi degli yogi guru.
E quando parlo di abusi, essi non devono mica essere per forza di natura sessuale!
L’abuso, in ambito yogico è un tema così sentito, nel mondo anglosassone, da spingere le maggiori associazioni mondiali a creare dei regolamenti dedicati.
Ciò ha interessato anche la ben nota Yoga Alliance.
Non è così nei paesi latini, come la Spagna, l’Italia ed i paesi del Sudamerica, dove il tema rimane dormiente.
Un poco come accade per la tematica della pedofilia ecclesiastica.
Se nei paesi anglosassoni, almeno per i casi emersi, i responsabili sono processati e le vittime, in qualche modo, risarcite.
In Italia i responsabili la fanno franca, qualche volta fanno pure carriera, e le vittime una volta di più, s’attaccano al cazzo!
Ho trovato tanto materiale interessante su questi argomenti.
Quindi se vuoi partecipare alla scelta di quale materiale elaborare prima, accedi alla bibliografia che ho preparato su Patreon.
A mio avviso, la scuola di Ashtanga Yoga, nel mondo anglosassone, ha affrontato la questione in modo abbastanza maturo perché:
- Ha riconosciuto gli errori del suo Maestro e se ne è scusata, senza per questo rigettare tutto il suo operato.
- Ha messo però in discussione una parte dell’insegnamento, per capire dove eventualmente ci si è mossi come la volpe con l’uva.
- Ha acceso i riflettori sulla necessità di ridefinire gli equilibri tra la figura del Maestro e quelle dell’allievo e del gruppo.
E secondo me c’è da prendere spunto da loro anche nei paesi latini come Italia, Spagna e Sudamerica.
È una cosa direttamente correlata allo sviluppo di una sana autostima.
Se è un tema che ti interessa, possiamo approfondirlo.
Per piacere, fammelo sapere nei commenti.
Poi un altro tema su cui invito a fare finalmente chiarezza è il significato della parola tradizione.
Perché nello Yoga come nell’ Aikido, genera confusione!
In queste pratiche infatti è presente sia una tradizione con la t minuscola, intesa come patrimonio culturale trasmesso da una generazione all’altra.
Ma poi, nello stesso contesto, in maniera implicita, è intesa anche come Ur Fascismo.
Anche se pochi sono disposti ad ammetterlo, tra uno Shanti un Om e un Onegai Shimazu.
Questo ha conseguenze poco piacevoli nelle relazioni.
Ste conseguenze le vogliamo per forza chiamarle Karma? Chiamiamole karma!
Quanto buone siano le intenzioni iniziali non ha molta importanza rispetto a tali conseguenze!
E qui colgo l’occasione per condividere una esperienza personale.
Il Sutra 14 del Nadhana Padah di Patanjali
E parto dal Sutra 14 del Nadhana Padah di Patanjali.
Te hlâda paritâpa phalâh pun yâpun yahetu tvât
Pronunciato senza nessuna pretesa di correttezza.
E con piena comprensione di chi, nel dubbio mi ha già mandato in tanta mona.
Mi pare giusto!
In un corso di approfondimento sullo Yoga che ho frequentato di recente, dal quale ho preferito prendere le distanze, gli insegnanti ci parlano di questo Sutra in un momento molto delicato.
Un momento dove molte persone stanno chiedendosi se non è il caso di piantare in asso il corso.
Gli insegnanti ce ne offrono una interpretazione sulla quale io dissento con una certa aggressività.
Perché secondo tale interpretazione, in quanto individui, noi saremmo responsabili delle nostre azioni, solo per l’intenzione che ci siamo coscientemente proposti.
Cosicché, nel caso di effetti dolorosi e indesiderati su noi stessi e sugli altri, noi saremmo liberi da ogni responsabilità.
In sostanza loro ci dicono che se l’intenzione è cosciente e positiva, ma l’altro ci sta male, noi non accumuliamo karma negativo!
Più che un’interpretazione mi sembra un’assai produttiva fabbrica di alibi.
Un’interpretazione poco compatibile con chi si propone di parlare a buon titolo di “consapevolèèèzza”.
Un vero e proprio colmo, in una formazione di figure di responsabilità.
Almeno dal mio punto di vista!
Ma cercando di indagare più a fondo quale fosse la visione del Maestro indiano T.K.V. Desikachar, ho trovato delle conferme a riguardo.
La traduzione dal Sutra sanscrito infatti, dice approssimativamente questo:
Le conseguenze di un’azione saranno dolorose o benefiche, a seconda che le ferite e gli ostacoli siano innescati o disinnescati, durante la pianificazione o nell’attuazione di tale gesto.
Cioè: ferite innescate nell’agire, uguale guai.
Questa interpretazione mi sembra molto diversa da quella proposta al corso.
Tutta una questione di cicatrici
Perché mi dice che:
se nel momento in cui pianifichi o svolgi le tue azioni, le tue ferite e i tuoi ostacoli sono latenti, dormienti, disinnescati,
allora c’è sufficiente chiarezza perché quelle azioni siano appropriate ad evitare inutili sofferenze.
Ma se invece le ferite e gli ostacoli sono innescati, per buone e coscienti che siano le tue intenzioni,
al momento del tuo agire e del tuo pianificare faranno esplodere spiacevoli conseguenze per te e per gli altri.
Quindi la responsabilità permane al di là delle intenzioni, ANCHE SECONDO I SUTRA.
Insomma è tutta una questione di cicatrici, che tengono o che si riaprono.
E poi, a mio avviso, come insegnante di yoga non lo so, ma come persona abbastanza sana di mente si, non puoi presumere di vivere costantemente nella piena trascendenza delle tue ferite.
Perché tutti viviamo momenti di fragilità.
Tutti abbiamo cicatrici che si riaprono.
Se poi prendiamo in considerazione la possibilità che i nostri meccanismi di difesa dell’io siano automatici ed inconsci per definizione, va da sé che,
dei mie schemi distorti, me ne accorgo più dal feedback degli altri, che dalla mia consapevolèzza e purificaziòne.
In parole povere, nonostante i declamati superpoteri, anche i guru pestano merda.
Peccato che alcuni usino gli allievi come carta igenica!
Personalmente ritengo che, nel mondo in cui viviamo, gli om, i sutra e i mantra possono anche essere utili, in una certa misura.
Ma se, quale che sia il contesto:
- io mi lascio sminuire, intimidire e umiliare;
- se mi lascio affascinare dal potere, dal prestigio, dal ruolo;
- se mi lascio coinvolgere in perversi meccanismi di pretesa fiducia.
finisce che divento cibo ripieno.
O alla meno peggio, un bel pallone gonfiato!
Gagliardo eh!
E in campana! Che è importante!
Ciao!
1 commento su “Yoga e Ur Fascismo #001 – Evitare le trappole”
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