Sfida all’autoritarismo: The Guru Papers, Bitcoin e il potere delle banche centrali

La sfida all’autoritarismo dei guru e del noto è necessaria per l’evoluzione e la padronanza della propria mente. Come spiegano gli autori di “The Guru Papers”.

The Guru Papers: Smascherare l’Autoritarismo nel Mondo Spirituale

Parliamo di un libro che mette pepe nel mondo spirituale: “The Guru Papers” di Joel Kramer e Diana Alstad, una coppia di praticanti yoga attivi dagli anni 60.

È come se questi due autori dicessero: “Aspetta un attimo! Non è tutto oro quello che luccica nel regno dei guru!”

Guru e Illusionisti: Autorità Spirituale o Manipolazione?

Il loro libro mette sotto la lente d’ingrandimento il fenomeno dei guru, analizzando come l’autorità spirituale possa trasformarsi in una vera e propria arma di manipolazione.

Kramer e Alstad ci fanno riflettere sul fatto che i guru, più che essere gli eroi infallibili che cerchiamo, somigliano più a degli illusionisti, che ci vendono verità azzoppate.

Ecco la fondamentale del libro:i guru si atteggiano a maestri di saggezza universale, e gli autori mettono in discussione l’autenticità di queste pretese.

È come se ci dicessero:

“Ehi, forse dovremmo smetterla di dare a questi guru le chiavi della nostra vita spirituale!”

Quindi ci portano in un viaggio all’interno delle istituzioni religiose, dentro alle relazioni maestro-discepolo, mostrando come queste strutture possano plasmare la nostra identità.

E possiamo già ricavarne qualche informazione da ricordare: 

  1. Esistono delle strutture che possono plasmare la nostra identità.
  2. Due di queste sono le istituzioni religiose e il rapporto maestro-discepolo.

È come se gli autori ci facessero vedere dove sono i fili capaci di trasformarci in burattini.

“The Guru Papers” ci lancia una sfida: sviluppare una spiritualità autonoma, evitando le trappole dell’autorità cieca e del dogmatismo. Insomma, un invito a liberarci dalle catene invisibili e a trovare la nostra vera strada!

Sviluppare una Spiritualità Autonoma: Evitare le Trappole dell’Autorità

Alla fine, questo libro è un po’ come un reality check per il mondo spirituale. Ci fa capire che forse è ora di finirla di mettere i maestri sul piedistallo. E che invece è tempo di iniziare a pensare con la nostra testa.

E’ un invito ad avere più fiducia in sé stessi e quindi a tenere bene a mente che, se un guru ti dice cose che ti sembrano troppo belle per essere vere, probabilmente hai ragione! 😉

Esplorano un dilemma che ci riguarda tutti.

Perché, nonostante siamo abbastanza intelligenti da creare microchip e tecnologie avanzate, non riusciamo a trovare un modo sostenibile di convivere tra di noi e con l’ambiente del nostro pianeta?

È una domanda che fa storcere il naso a tanti ultimamente. Una domanda che a distanza di 30 anni dalla pubblicazione del libro, sta pericolosamente solleticando il delirio di onnipotenza di qualche club di miliardari.

Gli autori del libro “The Guru Papers”, hanno una teoria interessante:

Forse, la responsabilità di questo fallimento è di ideologie e pratiche autoritarie, che ci tengono imprigionati in schemi vecchi e dannosi.

Ideologie Autoritarie: Barriera alla Creatività e Risoluzione dei Problemi Globali

La creatività, che ci servirebbe per risolvere i problemi globali, viene soffocata dalle catene dell’autoritarismo.

E allora, come facciamo a evitare di diventare pessimisti o cinici in tutto questo? Diana e Joel suggeriscono di guardare ai nuovi settaggi mentali che si basano sull’evoluzione e lo sviluppo. In questo modo, possiamo mantenere viva la speranza e coltivare un ottimismo ragionevole.

Ma come possiamo realizzare questo cambiamento nell’impostazione della nostra mentalità?

Focalizzandoci sullo smascherare l’autoritarismo che si nasconde dietro le strutture, le istituzioni e le visioni del mondo che ci circondano.

Perché il vero potere dell’autoritarismo, risiede nel suo controllo sulle nostre menti! Quindi cambiare il modo in cui pensiamo e agiamo, è il primo passo per migliorare.

Cambiare Mentalità per Superare l’Autoritarismo e Liberare la Creatività

Si tratta di far scattare la molla della creatività e di liberarsi dalle catene dell’autoritarismo! E come si fa? Come le cambiamo le mentalità e i valori della società per creare una trasformazione funzionale? Perché, diciamocelo: se vogliamo un cambiamento radicale, dobbiamo anche cambiare il modo in cui pensiamo!

Gli autori di “The Guru Papers” ci dicono che per avere una vera, nuova visione del mondo, è utile dire addio all’autoritarismo. I punti su cui fare leva sono:

  1. trovare l’alleanza delle persone, attraverso il consenso, evitando le imposizioni.
  2. E soprattutto imparare a fidarci di noi stessi e delle nostre esperienze personali.

Non possiamo continuare a ingoiare ciecamente vecchie idee e valori solo perché “è sempre stato così”. Inoltre, è utile smettere di adorare la tradizione e il passato, più di quanto non facciamo per il nostro presente e futuro.

Ora, sappiamo tutti che le ideologie amano convincerci che sono le migliori, ok? Ma è difficile trovare un accordo su alcune questioni importanti, riguardanti la vita e la morte, o l’eventuale esistenza di altre dimensioni dell’esistenza ecc. ecc.

Quindi, invece di concentrarci su quale visione del mondo sia più “vera”, svelare l’autoritarismo nascosto dietro le proprie convinzioni e visioni della realtà, è un obiettivo molto più perseguibile, misurabile e verificabile.

Ciò è interessante, perché significa che possiamo tranquillamente smettere di lottare, per dimostrare chi ha ragione ed escludere chi ha torto. E possiamo lavorare insieme per costruire un cambiamento funzionale, basato sul sapere evidenziare interconnessioni tra visioni del mondo opposte.

Quindi, se ci cimentiamo nello smascherare l’autoritarismo, è troppo facile farlo con quello evidente e plateale, come i sistemi politici oppressivi e la coercizione. E’ molto più interessante ed utile cimentarsi con qualcosa di più profondo, più nascosto e più pervasivo.

Cioè smascherare quei meccanismi di controllo autoritario che si annidano nelle nostre mentalità, credenze, emozioni e aspirazioni. Perché quando non ci fidiamo di noi stessi, diventiamo facili prede della manipolazione.

E quindi perché è fondamentale comprendere la dinamica, l’attrattiva e l’ampiezza di questo aspetto del nostro patrimonio culturale, che è l’autoritarismo?

Perché solo sbloccandosi dai vincoli dell’autoritarismo – non solo nelle strutture sociali, ma anche nella nostra psiche – l’umanità può trovare la chiave, per affrontare la sfida evolutiva che il nostro passato autoritario ci presenta.

Proprio come nessuno avrebbe potuto prevedere gli attuali risultati della tecnologia, non c’è modo di immaginare tutte le conseguenze che un vero cambiamento nei valori fondamentali potrebbe portare. Sappiamo però che l’autoritarismo è l’elemento comune ai vecchi paradigmi.

Quindi anche se non c’è modo di sapere quali sarebbero le possibilità umane senza di esso, sappiamo che creare strutture non autoritarie è la nuova frontiera, è lì che risiede la potenzialità più alta, quella ancora inesplorata.

E, oh, guarda un po’, sembra che, da questo punto di vista, siamo in un momento cruciale della storia!

Le basi della coesione sociale vacillano, molte sono già per terra, alcune, come il sistema bancario internazionale, si regge in piedi per accanimento terapeutico, a discapito del benessere di tutti, come dimostrato per l’ennesima volta, dopo il caso di Silicon Valley Bank.

Riflessioni sull’Autoritarismo nel Sistema Bancario e la Rivoluzione di Bitcoin

Cioè, i beneficiari dello status quo, non riescono a vincere senza barare, neanche a quel gioco di cui loro stessi hanno stabilito le regole.

Sarebbe utile ci decidessimo, finalmente, a esaminare le ipotesi di base delle nostre culture. Anche le ipotesi di base della cultura bancaria internazionale.

Non a caso Bitcoin ha una struttura decentralizzata, e dal 2008 in poi, quando è nato, non è rimasto in piedi grazie ai salvataggi delle banche centrali, anzi. E’ rimasto in piedi nonostante le gesta della Fed e delle cosiddette “autorità di vigilanza”.

E qual è la risposta che il sistema sta cercando di rendere operativa? Le cbdc’s le valute digitali delle banche centrali. Vere e proprie economie programmabili nel dettaglio, per ogni singolo individuo, secondo i parametri di un’autorità! Ovviamente la loro!

In fondo, il modo in cui una società mantiene il controllo è fondamentale, e la coercizione fisica da sola non basta. Ecco dove entra in gioco la moralità, quella colla che tiene insieme un ordine sociale.

Ma attenzione, perché qui entriamo in un aspetto molto interessante del nostro ragionare: la moralità non è solo un insieme arbitrario di valori; è legata a una visione del mondo che la giustifica.

E finora, il processo di socializzazione è stato in gran parte autoritario, instillando sfiducia in noi stessi per controllarci meglio.

La Moralità come Strumento di Controllo Sociale e la Necessità di Cambiare Prospettiva

Se questa sfiducia non è instillata di continuo, è inoculata di certo, nel momento in cui le gesta individuali o collettive, cominciano a rispondere a una visione del mondo, diversa da quella dell’autorità.

Ed ecco che torno a Bitcoin. Non vi siete accorti di come si orchestrano eventi atti a creare sfiducia nei suoi confronti? Lo sapevate che la visione del mondo di Bitcoin è priva di banche centrali? Comincia ad essere più chiara la prospettiva del momento storico che stiamo vivendo?

Ricordiamoci, amici: il cambiamento inizia con la fiducia in noi stessi e la capacità di mettere in discussione le ipotesi di base delle nostre culture.

Quelle ipotesi che in men che non si dica, all’interno di contesti sociali strutturati, grandi o piccoli che siano, tendono a diventare “verità” e certezze morali.

L’Importanza della Fiducia in Sé Stessi e il Dilemma delle Verità Indiscutibili

Avete mai notato come molte visioni del mondo presentino la “verità” come qualcosa di indiscutibile? Ecco, questo ha uno scopo: dare a certe persone il diritto di controllare gli altri e se stesse, proprio in funzione di quella visione del mondo, di quella direzione di sviluppo. E di farlo attraverso la moralità.

La certezza morale ha un’enorme attrazione emotiva, e le credenze su cui si basa diventano rigide nel tempo, resistendo al cambiamento anche quando ci sono buone, ottime, evidenti ragioni per cambiare.

E quando i tempi cambiano e richiedono una nuova prospettiva, beh, questa rigidità non fa più bene a nessuno, anzi!

Superare la Certezza Morale e la Rigidità delle Credenze per Affrontare il Cambiamento

Gli autori di “The Guru Papers” ci dicono che viviamo in tempi in cui l’autoritarismo sta portando l’umanità verso la rovina. Altro che la sovrappopolazione!

E indovinate un po’? Tutte le visioni del mondo autoritarie hanno qualcosa in comune: instillano sfiducia in se stessi. Ma senza farsi sgamare!

Il libro si propone di decifrare il codice che maschera il potere autoritario, per aiutarci a liberarci da queste catene. Ci offre delle dritte per riuscire a sfidare l’autoritarismo e ricostruire la fiducia in noi stessi.

Focalizziamoci per un attimo sulle prospettive evolutive e dialettiche nella società e di come l’autoritarismo sia radicato nel tessuto di molte culture.

L’umanità è in un processo di evoluzione, che la costringe a cambiare il modo in cui si relaziona con se stessa, con altre specie e con il pianeta.

Per riuscire a sopravvivere, deve affrontare le abitudini distruttive, insostenibili e disfunzionali.

L’Evoluzione Umana, il Superamento delle Abitudini Disfunzionali e la Visione Dialettica

Una delle abitudini disfunzionali è quella di categorizzare la realtà sulla base di poli opposti, separati da linee di demarcazione insormontabili e non sovrapponibili: male/bene, competizione/cooperazione, egoismo/altruismo, e senza sfumature.

Ma ci sono visioni del mondo che guardano a questi poli in un ottica dialettica. Per questo sono in grado di riconoscere interconnessioni, fra queste categorie opposte.

E attenzione a questo aspetto importante: una visione del mondo che abbia davvero questa capacità, non può apportare nessuna ventata di aria fresca, se si fa strada attraverso qualcuno che pretende di avere un accesso speciale alla “verità”. Sarebbe solo il vecchio che ritenta e che ci canta il dada umpa, come diceva il J- Ax degli anni buoni.

Per apportare un cambiamento rilevante è utile esercitarsi nell’illustrare bene, i limiti delle forme e dei processi noti, in modo che diminuisca la loro carica reattiva e lascino emergere il nuovo.

Basterebbe smettessero di fare da tappo e il nuovo uscirebbe come spumante a capodanno!

L’autoritarismo si nasconde in molte cose che diamo per scontate e lo troviamo anche in culture apparentemente alternative.

E infatti persino le democrazie, a partire dagli anni 70, hanno lottato contro impulsi autoritari al punto che, nel dibattito pubblico, si parla spesso di democrature. Cioè corpi dittatoriali che indossano abiti democratici.

Ricordiamocelo spesso nel corso del ragionamento: affrontare l’autoritarismo è fondamentale per un cambiamento positivo, in noi stessi e nella società.

Ma in che modo liberarci dall’autoritarismo è fondamentale per l’evoluzione dell’umanità?

Così. Per riuscire ad affrontare e superare la sfida evolutiva che il nostro passato e presente autoritario ci pongono, dobbiamo sciogliere i nodi dell’autoritarismo, non solo nelle strutture sociali, ma anche nelle nostre menti.

Ecco quanto e come, affrontare l’autoritarismo è importante, ne va della padronanza delle nostre menti.

Non possiamo immaginare tutte le conseguenze che un vero cambiamento nei valori fondamentali potrebbe portare, proprio come nessuno avrebbe potuto prevedere gli attuali risultati della tecnologia.

Ma sappiamo che l’autoritarismo è l’elemento comune ai vecchi paradigmi, e con ciò sappiamo anche, che creare strutture non autoritarie è la nuova frontiera, ed è da qui che nasce la speranza per il futuro dell’umanità.

Alla gran brutta facciaccia di Malthus!

Confronto con i genitori tossici: come gestire le relazioni difficili e proteggere se stessi

Introduzione

Il confronto con i genitori tossici può avere un impatto significativo sulla vita di un individuo e sulle relazioni familiari.

In questo articolo, esploreremo come gestire tali situazioni, proteggere se stessi e trovare il giusto equilibrio tra la propria salute mentale e le relazioni familiari.

L’impatto del confronto sui rapporti familiari

Il confronto con i genitori riguardo a questioni delicate come abusi o dipendenze può influenzare le relazioni con fratelli, sorelle, partner e figli.

È fondamentale essere consapevoli di queste dinamiche e cercare supporto emotivo da amici, terapeuti o partner per mantenere la fiducia in se stessi e nelle proprie scelte.

Gestire le reazioni dei genitori tossici

I genitori tossici potrebbero cercare di annullare il valore del lavoro che abbiamo fatto, minacciando di tagliarci fuori dalla famiglia o diseredarci.

È importante prepararsi per qualsiasi tipo di reazione e trovare il coraggio di affrontare le conseguenze del nostro nuovo comportamento.

Le opzioni per gestire il rapporto con i genitori tossici

Ci sono tre opzioni principali per gestire il rapporto con i genitori tossici:

  1. ricostruire le relazioni,
  2. mantenere una relazione superficiale o
  3. rompere definitivamente il rapporto.

Qualunque sia la scelta, è importante valutare attentamente le conseguenze e agire nel proprio interesse.

L’importanza del confronto e dell’autonomia

Il confronto è un passo cruciale per diventare autonomi e indipendenti. Anche se può essere difficile e spaventoso, è importante perché ci permette di dire la verità sulla nostra vita a noi stessi e agli altri.

Conclusione

Il confronto con i genitori tossici è un processo complesso e sfidante che richiede coraggio, determinazione e supporto emotivo.

Tuttavia, affrontare queste situazioni può portare a una maggiore autonomia, benessere emotivo e relazioni più sane con se stessi e gli altri.

Ricorda sempre che il tuo benessere mentale è prioritario e che le decisioni giuste per te stesso possono portare a una vita più gratificante e appagante.

Confronto con i genitori tossici: come gestirli e superarli

Il confronto con genitori tossici può avere un impatto negativo sulla vita dei figli anche in età adulta. In questo articolo, esploreremo come affrontare e superare l’influenza di genitori tossici, garantendo una vita sana e indipendente.

1) Riconoscere i segni dei genitori tossici

Prima di tutto, è importante identificare i segni di comportamento tossico nei genitori. Ciò può includere manipolazione, critica eccessiva, mancanza di empatia, abuso emotivo o fisico e controllo eccessivo. Riconoscere questi comportamenti è il primo passo per affrontarli nel confronto con i genitori tossici.

2) Comunicazione efficace nel confronto con genitori tossici

La comunicazione è fondamentale nel gestire i rapporti con genitori tossici. Mantenere la calma e parlare in modo chiaro ed assertivo può aiutare a esprimere i propri sentimenti e bisogni senza provocare ulteriori conflitti.

3) Stabilire confini nel confronto con genitori tossici

È essenziale stabilire confini chiari e sani per proteggersi dai comportamenti tossici dei genitori. Comunica le tue aspettative, i tuoi limiti e le conseguenze in caso di violazione di tali confini.

4) Gestione delle emozioni di fronte a genitori tossici

Affrontare genitori tossici può essere emotivamente drenante. Impara a gestire le tue emozioni attraverso tecniche come la meditazione, lo yoga moderno (se stai affrontando questo problema, evita lo yoga tradizionale, per motivi spiegati qui e se vuoi approcciare ad ulteriori approfondimenti a riguardo, prova a questo video) o l’esercizio fisico. Cerca anche di coltivare relazioni sane con amici e partner per avere un sistema di supporto emotivo.

5) Terapia e supporto per superare l’impatto dei genitori tossici

La terapia può essere un’ottima risorsa per affrontare e superare l’influenza dei genitori tossici. Un terapeuta può aiutare a elaborare i traumi passati e fornire strumenti per costruire relazioni più sane in futuro.

6) Creare una vita sana e indipendente nel confronto con i genitori tossici

L’obiettivo finale è creare una vita sana e indipendente dall’influenza dei genitori tossici. Concentrati sullo sviluppo personale, stabilisci obiettivi a breve e lungo termine e crea una rete di supporto di amici e professionisti che possano aiutarti nel tuo percorso di guarigione.

Affrontare e superare l’influenza dei genitori tossici nel confronto con loro può essere una sfida, ma con le giuste strategie e il supporto, è possibile creare una vita sana e indipendente. Ricorda che la tua felicità e il tuo benessere sono la priorità principale.

Toxic Parents – Capitolo finale: Riflessioni sulla responsabilità e consigli pratici

Come affrontare il dolore dell’infanzia e liberarsi dal senso di colpa

Ciao a tutti! Oggi concludiamo il nostro ciclo di video sul libro “Toxic Parents” e parleremo dell’importanza di affrontare e superare il dolore dell’infanzia.

La responsabilità per il dolore dell’infanzia

L’autrice del libro, nella parte finale, si concentra sul tema della responsabilità per il dolore dell’infanzia e su come spesso le persone si colpevolizzino erroneamente per quello che è accaduto loro da bambini.

La riflessione più profonda sulla responsabilità di questo dolore è fondamentale per riconoscere la propria responsabilità limitata nella situazione e smettere di sentirsi in colpa e auto-punirsi.

Consigli pratici per affrontare il lavoro emotivo

Per affrontare questo lavoro emotivo, l’autrice suggerisce di procedere con calma e chiedere aiuto se necessario. Trovare un supporto esterno, come un gruppo di sostegno o un terapeuta, e coinvolgere eventualmente un amico o un parente che possa comprendere meglio la situazione è fondamentale.

Inoltre, è importante evitare di sentirsi responsabili per gli eventi dolorosi che si sono verificati durante l’infanzia e smettere di colpevolizzarsi per ciò che non dipendeva da noi e che, invece, era responsabilità dei genitori.

Esercizio di “sepoltura” per elaborare la perdita di una felice infanzia

L’autrice suggerisce un esercizio di “sepoltura” per aiutare le persone a iniziare a elaborare la perdita di una felice infanzia.

Attraverso una sorta di lutto attivo, è possibile guarire e prendere il controllo della propria vita, anziché rimanere bloccati nel passato.

La rabbia e il dolore: gestire le emozioni

Riconoscere la rabbia e il dolore legati alle esperienze infantili e imparare a gestirli è fondamentale per liberarsi dai vecchi schemi di sottomissione, conformità e timore della disapprovazione dei genitori.

Ricorda: le cose che abbiamo paura accadano quando ci arrabbiamo, sono le stesse cose che potrebbero accadere se non lo facciamo! Per gestire la rabbia, evita di reprimere la tua emotività e permettiti di esternalizzare la tua rabbia attraverso l’attività fisica o parlando con persone di fiducia.

In conclusione

E’ importante attribuire le responsabilità al destinatario appropriato, soprattutto per coloro che sono stati gravemente abusati da bambini.

Può essere doloroso, ma è anche liberatorio e necessario per la guarigione. La rabbia che ne deriva è normale e deve essere espressa.

Genitori Tossici #008 – Auto-definizione e indipendenza emotiva

Auto-definizione e indipendenza emotiva : come trovare un equilibrio sano nelle relazioni familiari

Auto-definizione e indipendenza emotiva sono i temi dell’undicesimo capitolo di Toxic Parents, di Susan Forward.

Secondo l’autrice essere emotivamente indipendenti significa essere in grado di avere le proprie convinzioni, sentimenti e comportamenti, anche se differiscono da quelli dei propri genitori o di altri.

Auto-definizione e indipendenza emotiva

L’auto-definizione riguarda l’essere fedeli a se stessi pur essendo parte di una famiglia o di una società più ampia.

È importante fare le tue scelte e sentirti libero di essere d’accordo o in disaccordo con i tuoi genitori, ma è anche necessario trovare un equilibrio tra prendersi cura di te stesso e considerare i sentimenti degli altri.

L’autodefinizione deve essere in qualche modo flessibile, poiché gli esseri umani sono animali sociali e richiedono interdipendenza emotiva.

La chiave è mantenere la tua integrità emotiva ed essere fedele a te stesso mentre fai dei compromessi, se scegli che vale la pena farli. Capisci che è ben diverso dal farli capitolando!

Smettila di confondere l’auto-definizione con l’egoismo: va bene dare la priorità ai tuoi bisogni

Molte persone fanno fatica a difendersi perché temono di essere viste come egoiste. Mettono da parte i propri bisogni per compiacere i loro genitori.

Discuteremo dell’importanza dell’auto-definizione, dell’impostazione dei propri confini e di come dare la priorità ai propri bisogni può effettivamente migliorare le relazioni con gli altri.

Ti consiglio di evitare di lasciare che il senso di colpa e la paura ti impediscano di vivere una vita appagata.

“Autodefinisciti” prendendo decisioni in base a ciò che desideri e di cui hai bisogno.

Reattività vs Risposta: Come Prendere il Controllo della Tua Vita

Essere responsivi significa essere consapevoli dei propri sentimenti, ma non lasciarli guidare a comportamenti impulsivi. Questo permette di mantenere un senso di autostima e di controllo sulla propria vita.

L’autrice condivide un esempio di come ha aiutato qualcuno a diventare meno reattivo e più responsivo attraverso esercizi di interpretazioni delle parti.

Come quelli che si praticano nei team di vendita, per capirci, ma con dei ruoli diversi da quelli del venditore e del potenziale cliente.

Rimanere aperti alle ragioni dell’altro e ridurre l’escalation del conflitto, ci evita di sentirci accecati dalle proprie emozioni.

Anche perché è proprio dalla capacità di riconoscere le ragioni dell’altro che si creano le basi sociali per la legittimità anche dei propri di bisogni e desideri.

E’ per questo che negoziare è quanto di più lontano possa esistere dal capitolare!

Sono valore da recuperare su più vasta scala direi!

E anche l’autrice, che “by the way” è statunitense, sottolinea l’importanza di essere responsivi e di prendere il controllo della propria vita.

Il potere di evitare la difensiva nel rompere i cicli tossici

Evitare la difensiva è importante nel rompere i cicli tossici, soprattutto con i genitori. La non difensività è una tecnica che va imparata e praticata perché non viene naturale. Infatti la maggior parte delle persone assume che non difendersi le faccia apparire deboli, ma in realtà è il contrario.

Le risposte non difensive aiutano a mantenere il potere e a rompere il ciclo di attacco, ritiro, difesa ed escalation.

Il testo fornisce alcuni esempi di risposte non difensive che è possibile provare nelle interazioni quotidiane.

  • Oh.
  • Oh, capisco.
  • Interessante.
  • Hai certamente diritto alla tua opinione.
  • Mi dispiace che tu non approvi.
  • Lasciamici pensare su.
  • Perché non ne parliamo quando non sei così arrabbiato.
  • Mi dispiace che tu sia ferito (turbato, deluso).

È importante esercitarsi con le risposte non difensive da soli prima di utilizzarle con gli altri. Praticare ed eventualmente commettere errori è necessario per sviluppare questa abilità, ma alla fine diventerà naturale.

Tecnica delle Dichiarazioni di Posizione: Definire se stessi e le proprie esigenze

La tecnica delle “dichiarazioni di posizione” può aiutare a diventare meno reattivi e a definirsi meglio. Si tratta di definire ciò in cui si crede e ciò che si è disposti a fare o non fare.

Questa tecnica può aiutare le persone che hanno difficoltà a definirsi a causa di un senso di eccessiva responsabilità verso gli altri. Facendo dichiarazioni di posizione, è possibile affermare le proprie esigenze e credenze rispettando gli altri.

Ad esempio, se qualcuno ha difficoltà a stabilire dei confini con i propri genitori, potrebbe fare una dichiarazione di posizione come “Sono disposto a lasciarvi stare per una settimana”. Ciò aiuta a far valere le proprie esigenze rispettando i desideri dei genitori.

Come riformulare il linguaggio per cambiare il comportamento

Le parole che usiamo possono influenzare il nostro comportamento. Quindi riformulare frasi come “non posso” in “non ho ancora fatto” può aprire la porta a nuovi comportamenti e scelte.

La scelta è la chiave per definirci come persone e prendere decisioni basate sulla scelta ci sposta lontano dalla reattività e verso il controllo.

Come migliorare la relazione con genitori tossici: 3 consigli per diventare più sicuri di sé
  1. L’autrice consiglia di non avere paura di provare nuovi comportamenti, come risposte non difensive o espressione delle proprie opinioni, anche su piccole questioni.
  2. Inoltre, suggerisce di non aspettare troppo per metterli in pratica, in quanto procrastinare può aumentare l’ansia.
  3. Infine, afferma che cambiando il proprio modo di rispondere ai genitori, anche se loro non cambiano, si può comunque modificare il rapporto e avere un maggior controllo sulla propria vita.

Genitori Tossici #007 – Storie di crescita personale

Genitori Tossici #007 Come affrontare un padre dispettoso e crudele

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C’era una volta un uomo di nome Tom che aveva un padre che lo aveva reso infelice durante tutta la sua infanzia. Il padre di Tom era un uomo crudele e dispettoso che non si preoccupava per il benessere di suo figlio.

L’affrontare il dolore e la rabbia: la storia di Tom

Nonostante ciò, Tom continuava a cercare l’approvazione del padre. E ogni volta che questo lo respingeva, Tom diventava sempre più arrabbiato e risentito. Un giorno, si accorse di tutto il dolore e la rabbia che suo padre gli aveva causato.

Riconoscere le emozioni negative

Quindi decise di affrontare il problema con onestà, di accogliere pienamente quella rabbia. E non è facile se hai un padre che ti ha fatto soffrire.

L’importanza di affrontare onestamente il dolore

Ma Tom sapeva che se non avesse accolto la sua rabbia, sarebbe diventato una specie di uomo marcio che cammina. Rotten man walking.

Capì che perdonare era diverso da giustificare o negare la dannosità del comportamento del padre. E che la svolta stava nel riuscire a liberarsi dal dolore e dalla rabbia, che aveva accumulato.

Differenza tra perdonare e negare il dolore

Aveva capito che il perdono poteva essere una trappola se affrontato con disonestà.

Se avesse negato il dolore e la rabbia che provava, in funzione di buoni propositi e buoni sentimenti che non gli appartenevano veramente, non avrebbe mai trovato il suo vero equilibrio.

Avrebbe continuato invece ad essere legato a quelle stesse situazioni tossiche, che gli avevano già procurato disagio. E così decise di focalizzarsi sull’alimentare la propria autostima.

L’importanza di trovare il proprio equilibrio e l’autostima

Ci sono voluti mesi e mesi di lavori su se stesso, di introspezione, di psicoterapia, di yoga, di meditazione e di sedute dallo psichiatra.

E dopo tutto questo lavoro, finalmente raggiunse il nuovo equilibrio che tanto desiderava. E come ha detto un saggio una volta, “l’equilibrio interiore è l’arma migliore”.

Il percorso verso il benessere psicologico

Capì che per liberarsi dalle situazioni tossiche, doveva sganciarsi dalle credenze limitanti che aveva su suo padre e su se stesso.

Doveva imparare a riconoscere i suoi sentimenti negativi e a superare i comportamenti controproducenti che li accompagnavano.

E così, iniziò ad accogliere la sua rabbia e a entrarci in relazione. Praticò arti marziali, mindfulness e ad ascoltare qualche meditazione guidata su YouTube.

L’importanza dell’autostima per una vita appagante

Sapeva che l’incremento dell’autostima era la strada migliore verso una vita appagante. E alla fine, riuscì a trovare la ricchezza che tanto aveva cercato.

La ricchezza come viaggio, non destinazione

Come disse il saggio, “La ricchezza non è destinazione, è viaggio”. Un viaggio che era solo all’inizio. Che riservava sfide e difficoltà, ma Tom sapeva che poteva affrontarlo con la sua nuova forza interiore.

Perdonare per liberarsi dal dolore e dalla rabbia

E così si riavvicinò a suo padre per parlare con lui del passato. Non fu facile, ma Tom sapeva che era importante. E alla fine, suo padre rimase la testa di cazzo di sempre. Ma come si dice, “tutto è bene quel che finisce bene”.

Tom aveva imparato che perdonare non è neanche obbligatorio per riuscire a liberarsi dal dolore e dalla rabbia. E così era diventato un uomo più forte e sicuro di sé, pronto ad affrontare qualsiasi sfida la vita gli presentasse.

Affrontare gli imprevisti con la giusta mentalità

Ma la vita può essere piena di imprevisti. E Tom sapeva che poteva ricaderci nella sua rabbia e nel suo dolore. E sapeva anche che aveva gli strumenti per uscirne nuovamente. E come diceva sempre sua nonna, “se la vita ti dà i limoni, fai la limonata!”.

La forza interiore come strumento per superare la rabbia e il dolore

E allora Tom continuò il suo viaggio nella vita, con la consapevolezza che la rabbia e il dolore fanno parte del percorso; che con la propria forza interiore e la giusta mentalità, possono essere fenomeni passeggeri. E che come diceva Charlie Chaplin, “Un giorno senza sorriso è un giorno perso”.

Come superare la dipendenza emotiva dalla madre

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La preoccupazione e l’apprensione della madre di Paolo

C’era una volta un giovane di nome Paolo che aveva una madre molto apprensiva. La mamma di Paolo si preoccupava di continuo, per ogni cosa che lui faceva. Anche per le cose più banali, come andare a fare la spesa al supermercato.

L’effetto negativo della dipendenza emotiva

E ogni volta che Paolo doveva prendere una decisione importante nella vita, diventava ancora più preoccupata e ansiosa. Un giorno, il giovane decise che era il momento di andare a vivere da solo. Aveva trovato un bell’appartamento in centro città e aveva già organizzato tutto. Ma quando andò a dirlo a sua mamma, lei scoppiò in lacrime e gli disse che non poteva farlo, perché sarebbe stata troppo preoccupata per lui.

Superare la paura di deludere i propri cari

Paolo iniziò a sentire che le sue scelte erano troppo spesso guidate dai sentimenti di sua mamma, ma aveva paura di fare qualcosa che la facesse sentire triste o preoccupata. Ciononostante un giorno, mentre stava riflettendo su questo, si rese conto di essere tenuto prigioniero.

Comunicazione aperta e onesta come soluzione

Decise quindi di parlare con sua madre e di spiegarle che aveva bisogno di essere indipendente, di prendere le sue decisioni senza sentirsi in colpa o responsabile dei suoi sentimenti.

L’importanza di essere autonomi per la crescita personale

E così Paolo si rese conto che, per crescere e diventare un adulto indipendente, era importante liberarsi della dipendenza emotiva dalla madre. In questo modo, avrebbe potuto prendere le proprie decisioni e gestire la propria vita, senza sentirsi prigioniero delle emozioni di sua madre.

Come l’indipendenza emotiva può portare alla felicità

Equilibrio interiore e felicità

L’accettazione della madre di Paolo per la sua indipendenza

La mamma di Paolo, iniziò a capire che le sue preoccupazioni stavano ostacolando la vita del figlio e accettò di lasciarlo andare. Un caso fortunato, in cui Paolo poté finalmente sentirsi libero di prendere le sue decisioni e di vivere la sua vita come voleva.

La responsabilità delle proprie scelte

Ma come diceva sempre sua nonna, “con grande potere, arriva grande responsabilità”. Lui sapeva che adesso era responsabile delle sue scelte e dei suoi sentimenti, era pronto ad affrontare qualsiasi sfida la vita gli presentasse, sapendo che aveva il potere di decidere il proprio cammino e che la felicità non era solo una destinazione, ma un viaggio da vivere con allegria e possibilmente senza ansie.

L’importanza dell’indipendenza emotiva per la felicità

E così, Paolo imparò che essere indipendenti e liberi di prendere le proprie decisioni, era la chiave per una vita piena di felicità e soddisfazioni.

Seguire il proprio istinto e la propria coscienza

E come diceva sempre il grande comico Groucho Marx, “Fai ciò che ritieni giusto, perché ti giudicheranno comunque”. Seguire il proprio istinto e la propria coscienza era l’unico modo per essere felici e soddisfatti della propria vita.

L’importanza di comprendere i nostri sentimenti per la libertà personale

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La complessità dei nostri sentimenti e delle nostre convinzioni

C’è qualcosa di più complicato da capire dei nostri sentimenti? A volte sembra che abbiano una vita propria, anche se sono collegati a convinzioni che abbiamo dentro di noi, senza che ce ne rendiamo conto.

Le convinzioni limitanti come ostacolo alla libertà personale

Ad esempio, se ti senti in colpa dopo aver detto a tuo padre, prosecco friendly, che non vuoi più stare con lui quando è ubriaco, probabilmente c’è una convinzione profonda dentro di te, che ti dice che “i bambini non dovrebbero mai rispondere ai loro genitori”. Ma sai una cosa? Questo tipo di convinzioni sono proprio controproducenti e ci impediscono di essere persone indipendenti e libere. Quando basiamo le nostre azioni sulle convinzioni degli altri, rinunciamo alla nostra libertà di scelta.

L’importanza di esplorare i nostri sentimenti nei confronti dei genitori

E poi ci sono i sentimenti che proviamo nei confronti dei nostri genitori. Oh, mamma mia, quanti di noi hanno avuto reazioni forti nei confronti dei genitori? Alcuni si sentono a proprio agio a esplorare questi sentimenti, ma altri preferiscono seppellirli bene in fondo all’inconscio. Non importa quale sia il tuo approccio. Quello che è importante è che tu sappia che è dannoso tenere questi sentimenti, nascosti a te stesso. È molto meglio esplorarli e comprenderli. E se hai difficoltà a contattarli, non c’è niente di male nell’usare un po’ di aiuto professionale.

Prendersi il tempo per comprendere i propri sentimenti

Ricorda che riuscire a riconoscere i tuoi sentimenti può essere un processo doloroso, ma è anche il primo passo verso il vivere meglio. E non dimenticare di prenderti il tuo tempo – non c’è fretta – c’è calma. E’ molto importante che tu ti senta a tuo agio.

Le categorie fondamentali dei nostri sentimenti

E se tutto questo ti sembra ancora troppo complicato per orientarti, guarda nella direzione di queste categorie fondamentali: colpa, paura, tristezza e rabbia. Le rogne, arrivano da li. Comprendere queste emozioni e come influenzano i nostri pensieri e comportamenti, può aiutare a ottenere una maggiore libertà emotiva e personale.

L’importanza di comprendere le proprie emozioni per diventare indipendenti

Comprendere le emozioni

Prendersi cura di sé stessi e del proprio benessere

E ricordati sempre di prenderti cura di te stesso e di fare ciò che è meglio per te, indipendentemente da come si sentono gli altri.

La ricerca del percorso giusto attraverso le emozioni e le convinzioni familiari

Immagina di essere in una gara di orientamento, ma al posto di una bussola e una mappa, hai solo le tue emozioni e convinzioni familiari. È come cercare di raggiungere la meta in una foresta densa e non sapere da che parte iniziare. Ma, se riesci a capire da dove vengono queste emozioni e convinzioni, hai una sorta di bussola per aiutarti a trovare il percorso giusto.

L’importanza di riflettere sulle proprie emozioni e di chiedersi da dove vengono

È come se tu fossi un detective che cerca di risolvere un mistero. Cerchi indizi, analizzi i dati e scopri la verità nascosta. In questo caso, la verità nascosta riguarda le tue emozioni e come i tuoi genitori hanno contribuito a formare quelle emozioni. Ma non c’è bisogno di essere un super detective per farcela. Basta prendersi il tempo di riflettere sulle tue emozioni e di chiederti da dove vengono.

L’importanza dell’aiuto professionale per fare chiarezza sulle proprie emozioni

Forse è il momento di parlare con qualcuno, come un amico o un terapista, per aiutarti a fare chiarezza. Ma con il tempo, riuscirai a fare ordine nella tua mente e a iniziare a vedere il senso del tuo percorso.

Diventare indipendenti dai legami distruttivi

Potresti scoprire che i legami con i tuoi genitori sono troppo forti per tagliarli completamente, ma che puoi trovare un modo per allentare la loro presa sulla tua vita. Potresti scoprire che devi lavorare sulle tue convinzioni e sulle tue emozioni, per cambiare il tuo comportamento. Ma il fatto che tu stia facendo questo lavoro significa che sei sulla buona strada per liberarti dai legami distruttivi e diventare veramente indipendente.

Grazie mille per l’attenzione.Gagliardo eh!

Genitori Tossici #005 – Insabbiamenti domestici

Genitori alcolizzati: negazione, segreti, caos emotivo

Nelle case degli alcolizzati, la negazione e i segreti sono all’ordine del giorno, e creano una situazione di caos emotivo per i bambini.

L’alcolismo è come un dinosauro in salotto: un’estraneo che entra in casa lo nota immediatamente, ma per chi vive li, quel rettile gigantesco è troppo pericoloso da scacciare, e perciò fan finta che sia una presenza del tutto normale.

Riconsocere e superare il dinosauro nel salotto

La situazione emotiva e psicologica nei nuclei familiari in cui i genitori abusano di alcol è molto simile a quella presente nelle case dei tossicodipendenti.

In questo video, esamineremo alcune sfaccettature di questo problema, prendendo spunto dal 4° capitolo del libro Toxic Parents, di Susan Forward, di cui trovi il link in descrizione.

La storia di Glenn

Glenn è un uomo alto e robusto che si reca in terapia da Susan Forward perché si sente insicuro, nervoso e in ansia.

Si accorge di mettere a disagio le persone e per questo non riesce a stringere legami con nessuno. Ma perché?

Perché ha assunto il padre alcolizzato nella sua azienda, nel tentativo di dargli una mano.

Questo non solo ha peggiorato la situazione patologica del padre, ma gli procura grosse perdite in affari. Glenn vuole allontanare il padre, ma si sente in colpa a licenziarlo.

Le caratteristiche tipiche dei figli adulti di genitori alcolizzati

E infatti Glenn ha tutte le caratteristiche di un figlio adulto di un alcolizzato:

  • eccessivo senso di responsabilità
  • bisogno di salvare il genitore
  • insicurezze personali
  • rabbia repressa

Suo padre è alcolizzato. Ma la madre gli ha sempre detto di non parlarne con nessuno. Ed è così che la famiglia mantiene una facciata di normalità: nascondendo il problema.

L’alcolismo del padre spinge tutti a unirsi nella ricerca di soluzioni. Quindi il segreto diventa una colla che tiene insieme la famiglia nello sforzo di far fronte a un male comune.

E’ una storia che ha un tema di fondo: la negazione della malattia del padre e il tentativo di mantenere una facciata di normalità.

La normalità che ci ucciderà

Vi ricordate quella canzone degli Afterhours?

E la verità, è che la gente sta male. Inseguendo ogni giorno la normalità che ci ucciderà

La facciata di normalità è un tema che impatta profondamente sui figli, perché li costringe a negare anche i propri sentimenti e percezioni.

Infatti Glenn impiega enormi quantità di energia per mantenere quella facciata ed evitare di smascherare e quindi tradire la famiglia.

In ragione di ciò si isola, per minimizzare il rischio e finisce con lo sviluppare uno smisurato senso di lealtà nei confronti dei suoi genitori. Un senso di lealtà che impatta male sul suo benessere di adulto.

Essere figli di genitori alcolizzati infatti è un’esperienza difficile, perché ci si sente invisibili e ignorati dai propri genitori.

Glenn, racconta che a undici anni, ruba cinque dollari da un portafoglio lasciato incustodito a casa di un amico, sperando di essere scoperto, e avere l’attenzione dei suoi genitori.

Si sentiva come un orfano, a causa della mancanza di attenzione ricevuta. Quindi doveva fare qualcosa per essere notato.

Ma allo stesso tempo aveva grande difficoltà ad esprimere opinioni, perché aveva interiorizzato la paura che ciò portasse a brutte conseguenze.

I danni dell’inversione di ruolo

Nel corso di questi video abbiamo imparato a conoscere la pericolosità delle inversioni di ruolo tra genitore e figlio.

Tale inversione è un ingrediente sempre presente nelle famiglie dove ci sono genitori alcolisti.

L’inversione è distruttiva in primo luogo nei confronti dei modelli di riferimento del bimbo.

E da qui ne deriva una confusione che minaccia il suo senso di identità, che è ancora in via di sviluppo.

Questi bambini spesso se ne accorgono da adulti, quando si ritrovano ad aver sposato alcolisti a loro volta.

La reiterazione controproducente

Esiste un motivo preciso per cui tendiamo a reiterare gli schemi assorbiti in famiglia: poiché conosciamo le regole di quel gioco e sappiamo cosa aspettarci, ne traiamo inconsciamente un senso di conforto e di struttura.

Non è mai abbastanza sottolineare con quanta forza questa particolare compulsione domini le nostre vite.

Quasi tutti i comportamenti controproducenti, in particolare quelli coinvolti nello stabilire e mantenere relazioni intime, iniziano ad avere molto più senso, se visti alla luce della coazione a ripetere.

E anche il nostro amico Glenn, si è ritrovato a dire quanto segue, riguardo a sua moglie, durante le sessioni di terapia.

La vedevo ubriaca tre, quattro volte alla settimana. L’ho supplicata di smetterla. L’ho portata dai dottori. L’ho pregata di andare agli alcolisti anonimi. Smetteva solo quando minacciavo di andarmene. Ma dopo un po’ ricominciava lo stesso e tornavamo al punto di partenza.

Gli insabbiamenti domestici

Noi oggi ci riempiamo la bocca spesso con la parola “complottismo”, quando vogliamo delegittimare le stramberie di qualcuno che parla di cospirazioni.

Ma quando la negazione e l’insabbiamento sono comportamenti così sdoganati a livello domestico, durante gli anni della crescita, è quasi automatico che si trasferiscano nelle relazioni che instauriamo da adulti.

E se nel microcosmo famigliare mettiamo in piedi dei piccoli apparati di intelligence e propagandaper mantenere lo status quo, perché dovrebbe essere così strano che questo si accentui nel macrocosmo geopolitico globale?

La storia di Jody

Jody, per esempio, una ventiseienne piccolina, è entrata in uno dei gruppi di terapia guidati dalla dottoressa Forward su suggerimento del suo supervisore.

Lavora come operatrice presso un ospedale privato per tossicodipendenti.

Lei stessa è una ex alcolizzata e tossicodipendente, ed è appena uscita da una relazione con un uomo violento.

Nella prima sessione privata di terapia, la dottoressa Forward suggerisce a Jody di aver confuso l’amore con l’abuso.

Come se inconsciamente avesse bisogno di suscitare una rabbia estrema nel suo amante, come prova dell’intensità della sua passione.

Molti figli di alcolisti infatti, hanno un’elevata tolleranza all’accettazione dell’inaccettabile, poiché non hanno idea di come si comporta un padre amorevole.

Chi si ricorda quella canzone dei Bluvertigo?

Chi ha subito un danno è pericoloso. Sopporta tutto

Mi sembra che riassuma bene il concetto, sei d’accordo?

Jody ha imparato dall’esempio del padre che deve fare tutto il necessario per mantenere un uomo felice, altrimenti questo la picchia.

Jodi ha iniziato a bere a dieci anni per fare compagnia a suo papà.

Molti figli di alcolisti si sono trovati nella stessa situazione.

Questi adulti hanno ereditato:

  • rabbia,
  • depressione,
  • perdita di gioia,
  • sospettosità,
  • relazioni danneggiate
  • e un senso di responsabilità troppo sviluppato.

Mentre le relazioni adulte che funzionano, siano esse tra amanti o amici, richiedono un grado significativo di:

  • vulnerabilità,
  • fiducia
  • e apertura.

Che sono quegli stessi elementi che una famiglia di alcolisti distrugge.

Di conseguenza, molti figli adulti di alcolisti sono attratti da persone emotivamente non disponibili, a causa di profondi conflitti.

Dr. Jekyll and Mr. Hyde

Il ragazzo in stile dottor Jekyll e Mr. Hyde di Jody era una ripetizione di suo padre, a volte meraviglioso, a volte terribile.

Scegliendo un uomo instabile e violento, Jody stava sia ripetendo le esperienze familiari della sua infanzia, sia evitando di entrare nelle acque inesplorate della vera intimità.

Si aggrappava disperatamente al mito che suo padre fosse ancora l’unico uomo che la capisse davvero.

La sua riluttanza ad affrontare questo mito ha contaminato i suoi rapporti con gli amici, con i conduttori del suo gruppo di terapia e gli altri membri.

In effetti, il mito era così potente che alla fine ha rinunciato a se stessa. Perché non era disposta a rinunciare a suo padre.

Io e mio padre abbiamo davvero bisogno l’uno dell’altro.

Si diceva.

Il gruppo di terapia di Jody era composto da altri adulti che avevano subito abusi da bambini, e capivano cosa stava passando.

Ma per Jody, il mondo era un luogo subdolo, pieno di vandali emotivi. L’ironia è che questa descrizione sarebbe stata molto accurata anche a riguardo di suo padre.

L’incapacità di Jody di fidarsi è stata una delle principali vittime dell’alcolismo di suo padre.

La fiducia è una vittima comune tra i figli adulti di genitori tossici.

E quindi gelosia, possessività e sospetto sono temi ricorrenti nelle relazioni di queste persone.

Il caso di Carla e l’espiazione

Ma ora prendiamo in esame il caso di Carla.

Nella sua famiglia, le regole cambiano in modo imprevedibile. La madre la incolpa dei suoi problemi con l’alcol.

Lei se ne sente responsabile e questo la spinge a fare di tutto per “espiare”.

Questo condizionamento all’espiazione conduce spesso i figli di alcolisti ad adottare forme inconsce di autodistruzione ed autopunizione.

Alcuni diventano delinquenti e altri somatizzano forme di sofferenza fisica ed emotiva.

E questo è un punto importante da tenere presente quando si indaga su di sé.

Poi, mentre alcuni figli di genitori tossici sono costretti a essere il capro espiatorio, altri sono scelti per il ruolo dell’eroe di famiglia, il “bambino d’oro”.

Questo bambino d’oro riceve l’approvazione di entrambi i genitori e del mondo esterno a causa dell’enorme responsabilità che è costretto ad assumersi.

In superficie, questa approvazione sembrerebbe mettere il bambino eroico in un ambiente molto più positivo di quello del capro espiatorio familiare, ma in realtà la privazione e i demoni personali sono molto simili.

Il bambino d’oro si sforza senza requie per raggiungere obiettivi di perfezione e approvazione sociale altissimi, sia nell’infanzia che nella vita adulta.

Per contro vive in una condizione di tensione molto forte, e tende a diventare perfezionista, un controllore, un manipolatore.

Se sei un figlio adulto, di una famiglia con problemi di alcool, è più probabile che tu abbia avuto solo uno dei due genitori alcolista.

Riconoscere e superare l'autolesionismo

Uno l’alcol, l’altro codipendente

Generalmente, il ruolo dell’altro genitore, è quello del co-dipendente. Ne abbiamo già parlato nel video linkato qui sopra.

Le persone co-dipendenti possono lamentarsi, supplicare, minacciare, dare ultimatum, ma è raro che prendano posizioni abbastanza forti da imporre cambiamenti significativi.

L’esercizio della negazione del problema, da parte del genitore co-dipendente, da il permesso al partner di persistere nella tossicità dei suoi comportamenti.

Quindi li legittima. Ecco perché si parla del genitore co-dipendente anche in termini di legittimatore o abilitatore.

Sono persone con una spiccata insicurezza di fondo che, come la maggior parte delle persone, scelgono un partner che rispecchi i loro veri sentimenti su se stesse.

Spesso, la scelta di un partner inadeguato gli permette di sentirsi superiori al confronto.

Le famiglie sono giochi di ruolo, molto più di quanto siamo disposti ad ammettere.

Tolta la possibilità di interpretare certi ruoli, gli equilibri famigliari saltano, alla faccia di tutto l’amore e i buoni sentimenti di cui ci riempiamo la bocca.

Nel caso di figli adulti di genitori alcolisti, uno degli errori più diffusi, quando si comincia a prendersi cura di questo problema della propria storia personale, è aggrapparsi alla speranza che tutto possa magicamente trasformarsi in bene.

Meglio attrezzarsi con la volontà di cambiare se stessi, senza cambiare i genitori.

In questo modo, il dinosauro in salotto può essere affrontato senza pericolosi ruzzoloni.

Conclusioni

I feedback che ricevo da questa serie di video sono i più diversi.

Da chi mi chiede se sono titolato a parlare dei libri che leggo, a quelli che, conoscendomi di persona, mi telefonano per fare un apprezzamento.

La cosa che mi colpisce è quando lo fanno dopo essersi trattenuti dal fare un commento o dal mettere un mi piace.

Si perché, siccome dal vivo posso avere una certa tendenza alla schiettezza, conosco una serie di personaggi che non mi gradiscono.

E siccome alcuni di loro hanno un poterino, sono nella posizione di creare situazioni spiacevoli a coloro hanno l’ardire di mettere un like o fare un commento.

Like e commenti: attestazioni di pubblica stima davvero imperdonabili, se riferiti alla mia persona, secondo qualcuno!

Ecco io voglio ringraziare tutti, chi mi critica, quelli che mi vogliono bene di nascosto, e quelli che rompono le scatole alle persone che mi apprezzano.

In qualche modo, tutte e tre le categorie mi danno il polso di come, quello che faccio, ha effettivamente un valore.

E per me tutto questo si traduce in motivazione a continuare.

Quindi, se il video ti ha mosso qualcosa, ti chiedo di farmelo sapere, pubblicamente o privatamente.

Ancora un appunto prima di salutarci.

Io indago il tema prima di tutto per me, e questo ovviamente si riflette sui miei cari.

Poi lo faccio per aiutare la mia audience. Per chi vuole costruire un progetto di comunicazione attorno alla sua attività. E che quindi vuole evitare di costruire cose destinate a sbriciolarsi nelle frustrazioni.

Lo faccio per i professionisti del settore olistico o aspiranti tali.

Perché mi accade di notare con eccessiva frequenza, che se avessero il coraggio di affrontare davvero il tema del rapporto coi genitori, di lavoro farebbero tutt’altro.

Accade spesso infatti, che i percorsi di consapevolezza e le pratiche olistiche, siano la ricerca un poco scomposta, di risolvere una relazione coi genitori, di cui non si ha ancora riconosciuto la problematicità.

Se ti va, prova a prenderlo in considerazione.

Gagliardo eh!

Riconoscere e superare la tossicità dei propri genitori #004

Controllo. Ma serve a qualcosa?

Se i figli non fossero controllati dai genitori, arriverebbero vivi all’adolescenza?Ciao io sono Alessandro e questo è Valorel, il canale dove ragioniamo sul valore relazionale, nella comunicazione, nel marketing e nella crescita personale.Se ti interessi di pratiche olistiche e di comunicazione, come hobby o per lavoro, ti consiglio di tenermi entro i tuoi radar, potrai trovare spunti utili, nei miei contenuti.Dicevo, se non fosse per il controllo e la protezione esercitati dai genitori, molti bambini non sopravvivrebbero.Quindi è molto utile bandire i pregiudizi riguardo alla parola “controllo” per comprendere bene cosa si intende per genitorialità tossica.

Riconoscere e superare il controllo

La quale emerge, di solito, quando i figli cominciano a crescere.Perché se da un lato per il genitore è bello vedere i figli crescere e svilupparsi, dall’altro gli può sembrare terrificante rendersi conto che un giorno non avranno più bisogno di lui.Eppure il raggiungimento dell’autonomia e indipendenza, da parte dei figli, è un processo che un genitore saggio è in grado di incoraggiare, agevolare e facilitare.E’ bene riuscire a comunicare ai figli l’importanza di sapersi prendere dei rischi e di imparare dai propri errori.Ma è facile fare della teoria quando i figli di cui parli non sono i tuoi!E in pratica come si può fare?Se si riesce a fornire ai figli un luogo dove possono sentirsi sicuri e sostenuti, gli si regala una solida rampa di lancio per crescere e prosperare.Perché in questo modo si sentono liberi di esplorarsi e quindi gli è più facile trovare dentro di sé le forze necessarie a svilupparsi.

Preoccupazioni e ansie. Cosa succede?

Se invece mamma e papà vivono in condizioni di perenne preoccupazione e agitazione, i figli svilupperanno senso di frustrazione e impotenza.E più che rampe di lancio, gli si procurano delle appiccicosissime zavorre

Anzi, secondo Susan Forward con questo atteggiamento i genitori imprigionano i loro figli in uno stato di dipendenza perpetua.

Lo fanno perché soffrono della “sindrome del nido vuoto“.E dato che non riescono a sopportare il pensiero che i loro piccoli lascino il nido, cercano di legarle a sé il più a lungo possibile. Con le tecniche più disparate.

Che dolci, non è vero?

Non è vero! La dolcezza se c’è è una copertura, perché il valore di un genitore controllante è completamente legato ai risultati dei figli.Quindi, quando questi ultimi iniziano a lasciare il nido, i “poveri” mamma e papà si sentono come se fossero stati presi a calci nel sedere!A quel punto molti genitori scelgono di mascherare il loro dominio con una parvenza di premura.Così per gradire, a proposito di comportamenti subdoli!

Lo faccio per il tuo bene!Lo faccio solo per te, solo perchè ti amo tanto… da renderti la vita un incubo!

Fai come ti dico o non ti parlerò mai più.Fai come ti dico o ti taglio i fondi.Fai come ti dico o sei fuori dalla famiglia.

Mai sentito frasi come queste? Sono frasi di controllo diretto

Il controllo diretto

Affrontarlo somiglia alla battaglia contro il mostro dell’ultimo schermo, travolgente e intensa!

Per lui i tuoi sentimenti e i tuoi desideri sono fuori discussione: chi se ne frega di quello che vuoi tu! La tua opinione? Ma per favore! Buttala nel cestino!

E’ come cercare di uscire da un pozzo senza fondo, aggrappandosi a degli ultimatum che ti vengono scagliati sulla testa. Lo squilibrio di potere è astronomico!

Nel quarto capitolo del suo libro “Toxic Parents” di cui trovi un link in descrizione, Susan Forward racconta:

  • di come il controllo da parte dei genitori possa diventare intimidatorio e umiliante;
  • di come le opinioni e i bisogni dei figli possono essere ignorati in favore di quelli dei genitori;
  • di Michael, un dirigente pubblicitario di 36 anni, che affronta questo problema con i suoi genitori, i quali si oppongono al suo matrimonio e relativo trasferimento in California.

La storia di Michael

I suoi genitori riescono ad influenzare le sue scelte anche a distanza. Michael riconosce di avere fatto un grave errore, tollerando che i suoi genitori trattassero male sua moglie.

Dal punto di vista dei genitori, la sua colpa è quella di essere diventato indipendente. Per questo reagiscono sottraendo l’amore e minacciando la catastrofe.

Sono egocentrici e vedono la sua felicità come una minaccia ai loro interessi. Pensano che si sia trasferito e sposato solo per far loro dispetto. Quindi lo costringono a scegliere tra loro e sua moglie, rendendo ogni scelta una decisione “tutto o niente”.

Riconoscere e superare l'egocentrismo

Il ricatto emotivo spinge Michael a soffrire di sensi di colpa, slealtà, e grande rabbia, ogni volta che cerca di prendere il controllo sulla sua vita.Michael inizia la terapia pensando che il suo problema principale riguardi il suo matrimonio, ma scopre che questo è solo un sintomo della lotta per il controllo che ha ingaggiato coi genitori.

I genitori controllanti spesso vedono il nuovo coniuge del figlio come una minaccia e questo favorisce scontri tra genitori e coniuge, che lasciano il figlio dentro una specie di trappola.

Alcuni genitori criticano, altri ignorano, e altri ancora perseguitano direttamente il coniuge. E questo può compromettere il matrimonio.

Ma anche il denaro è uno strumento di potere e controllo spesso utilizzato da genitori tossici per mantenere i propri figli dipendenti.

La storia di Kim

Kim, ad esempio ha 41 anni, è insoddisfatta del suo lavoro, è sovrappeso, divorziata con 2 figli adolescenti e sente di essere in un vicolo cieco. Spera che risolvendo i suoi problemi potrà trovare la persona giusta.Kim crede di non essere niente senza un uomo che si prenda cura di lei e durante la sessione, diventa chiaro questo aspetto.

Dopo il college Kim incontra l’uomo che diventa suo marito. E’ insicuro rispetto al suo futuro e dipende da lei per una quantità di cose.Sono innamorati e si vogliono sposare Il padre di Kim non è d’accordo con il matrimonio ma non si oppone direttamente.Cerca di mantenere il controllo sulla situazione, finanziando la coppia, e dettando loro come vivere le loro vite.Quindi Kim e suo marito dipendono dal padre di lei, facendo percepire a Kim che ha ancora bisogno di essere salvata dal babbo.Il classico caso dove, attraverso il supporto finanziario, il papà esercita un controllo su entrambi i membri della coppia.Kim vive sotto l’influenza del padre, che è la persona più potente nella sua vita.Quando Kim inizia a sviluppare una propria personalità, il padre la umilia.

Riconoscere e superare il controllo monetario

Kim allora trascorre molto tempo cercando di compiacerlo, ma non importa quanto corra, il traguardo è continuamente spostato, quindi lei non può vincere.Il padre usa il denaro come ricompensa o punizione senza logica o coerenza, mostrando alternativamente generosità e avarizia.Kim è confusa da questi messaggi contrastanti. E questa confusione continua nella sua vita adulta.Infatti incoraggia il marito a lavorare nell’azienda del papà, ma questo è un errore che consegna un ulteriore fetta di potere a suo padre che quindi può influire su ogni scelta della loro vita.

Gli basta fare del mobbing sul marito.

Nonostante questo, il padre di Kim fa la figura del magnanimo, anche se in realtà usa il suo potere finanziario in modo crudo e distruttivo per mantenere il controllo sulla figlia. E quando il marito di Kim ottiene un altro lavoro, il padre lo sminuisce e minaccia di smettere di aiutare la coppia.

Poi però fa un completo dietrofront regalando una macchina nuova a Kim per Natale, con un messaggio che la incita a desiderare un marito ricco come lui.

Questo dimostra come il padre continui a controllare Kim impedendole di lasciare il nido.

La storia di Martin

Martin, invece è un uomo di 43 anni, presidente di una piccola azienda edile.

Va in terapia perché sta vivendo attacchi di rabbia incontrollabile. Ha paura di finire col fare del male a qualcuno.

Martin spiega che la fonte della sua rabbia è suo padre che continua a controllare i suoi affari e a criticare il suo lavoro, anche davanti ai suoi dipendenti.

Nonostante Martin abbia raddoppiato i profitti dell’azienda, il padre continua a rimproverarlo. Martin si sente frustrato dalla situazione e si chiede se il padre può mai smetterla.

Quindi vive costantemente alla ricerca di prove del suo successo, ma la disapprovazione del padre lo mette in crisi.

Il padre usa il business per mantenere Martin in una sensazione di perenne inadeguatezza, rendendolo timido e impaurito.

Martin lotta per riuscire a realizzare che deve cambiare il suo modo di interagire con suo padre.

La manipolazione

La manipolazione può essere una forma di controllo altrettanto dannosa del controllo diretto.I manipolatori ottengono ciò che vogliono senza doverlo mai chiedere apertamente, utilizzando modi indiretti.

La manipolazione è una normale modalità di comunicazione umana, ma può diventare distruttiva quando viene utilizzata come strumento di controllo costante, specialmente nella relazione genitore – figlio. Ma non solo. Ti lascio i link, dei video dove ho già toccato l’argomento.

  1. Video
  2. Video

La storia di Lee

La madre si comporta come se stesse facendo delle cose “di buon cuore”, ma in realtà le sue azioni sono fastidiose per Lee.

Della serie:

Lee inizia a vedere come il suo senso di competenza sia sabotato dalla madre, ma si sente in colpa ogni volta che cerca di esprimere la sua frustrazione.La terapeuta le suggerisce che forse, se sua madre chiedesse direttamente quello di cui ha bisogno, Lee sarebbe meno arrabbiata.E questo dovrebbe dare almeno una vaga idea, a quelle persone che manipolano abitualmente, di quanto grande e diffuso sia il fastidio che covano sotto la superficie, le persone che le circondano.

La storia di Fred

Questa è una tattica utilizzata da molti genitori manipolatori per evitare il confronto diretto.

Questo motiva il bambino a fare quello che vogliono i genitori per riconquistare il loro favore, ma al contempo può inibire la crescita di legami sani tra fratelli.

La storia di Jonathan

Una ribellione di tale portata induce Jonathan a ignorare i suoi veri desideri, privandolo di una relazione amorevole che dice di volere.

Il controllo post mortem

La storia di Eli

Come se la voce del padre fosse registrata in un loop dentro la sua mente, impedendogli di godere dei frutti del suo successo.

E poi c’è la storia di Barbara, una compositrice di musiche di sottofondo per spettacoli televisivi, che versa in una depressione devastante.Pur avendo una carriera di successo, sente un grande vuoto dentro di sé, nel quale teme di perdersi.Soffre per la perdita dei suoi genitori e si sente colpevole per la loro morte.

Ciò provoca una rottura tra lei e i suoi genitori, i quali, invece di optare per un hotel, la prendono sul personale.

E sfortunatamente di li a 3 mesi muore anche il padre. Barbara è sopraffatta dal senso di colpa e dalle voci nella sua testa.

Ecco, quelle che hai ascoltato sono tutte storie di genitorialità tossiche, che controllano i propri figli adulti a causa della loro insoddisfazione e paura dell’abbandono.

Le forme di controllo che ti ho raccontato, impediscono ai figli di avere una propria identità e di distinguere i propri bisogni da quelli dei genitori.In famiglie sane, la transizione verso l’indipendenza avviene alla fine dell’adolescenza, mentre in famiglie tossiche può essere ritardata per anni o per sempre.

Se il video ti è stato utile puoi iscriverti. E visto che sei arrivato alla fine del video, puoi piazzare un pollicione nella direzione che preferisci.

Grazie!Gagliardo eh.

Riconoscere e superare le dinamiche tossiche dei propri genitori #003

Riconoscere e superare la tossicità

Che cosa occorre a un cucciolo di uomo per svilupparsi in modo florido?

Secondo il libro Toxic Parents di Susan Forward Un bimbo necessita di essere:

  • nutrito
  • vestito
  • riparato
  • protetto.

Sul piano fisico! E su piani più sottili?

Beh ha bisogno:

  • di essere nutrito emotivamente;
  • di sperimentare il rispetto dei propri sentimenti;
  • di vivere in un ambiente favorevole allo sviluppo della propria autostima;

Eh come no… me lo immagino in Siria, in Palestina, in Ucraina!  Tutti nutriti emotivamente, tutti rispettati nei loro sentimenti! Tutti traboccanti di autostima!

Il mondo è tutt’altro che perfetto!

Infatti! E poi sul piano relazionale di cosa ha bisogno un bimbo?

  • Ha bisogno che i genitori gli pongano dei limiti tali da impedirgli di commettere errori irreparabili.
  • Ha bisogno di acquisire una disciplina che gli consenta di agire efficacemente nel mondo, in maniera libera da abusi fisici ed emotivi.

Riconoscere e superare la tossicità

Tanta roba per un bimbo non credi?

E infatti queste non sono cose di cui si debba preoccupare un bimbo. Questi idealmente, sono compiti dei genitori.

E cosa fa allora il bimbo che ha la fortuna di vivere nella famiglia del mulino bianco?

  • Gioca;
  • E’ se stesso;
  • E in una certa misura può essere perfino irresponsabile.

Nel cortile del mulino bianco le responsabilità arrivano col tempo, gradualmente, in modo da favorire un sano sviluppo psicofisico del soggetto.

Bello… ma come funziona nel mondo vero?

Funziona che, siano dove siano, i bambini assorbono messaggi verbali e non verbali come spugne, indiscriminatamente. Ascoltano le loro figure di riferimento, solitamente i genitori, li osservano e ne imitano i comportamenti.

E le cose che imparano su se stessi e sugli altri, a casa, diventano delle verità universali, incise profondamente nelle loro menti.

Perché i bambini conoscono poco del mondo al di fuori della famiglia, quindi sono immensamente influenzati dai modelli di ruolo dei genitori.

Modelli di ruolo dei genitori tu dici, intressante! Ma… di cosa si prendono carico i genitori del mulino bianco?

  • Provvedono ai bisogni fisici dei loro figli.
  • Li proteggono da danni fisici.
  • Provvedono ai loro bisogni di amore, attenzione e affetto.
  • Li proteggono da danni emotivi.
  • Gli forniscono linee guida morali ed etiche.

Riconoscere e superare i condizionamenti dei genitori #002

Riconoscere e superare i condizionamenti

Nello scorso video abbiamo visto quanto forte sia il bisogno dei bambini, di avere un’ immagine positiva dei propri genitori.

Un bisogno talmente forte da spingerli a distruggere l’immagine di sé stessi, pur di salvare quella di mamma e papà.

OK. Bella teoria. Ma come si traduce in pratica?

Cerchiamo di capirlo insieme!

La storia di Sandy

Sandy è una bella spilungona mora di 28 anni, paziente di Susan Forward. A guardarla sembra avere tutto dalla vita.

Floreal Designer bellissima, sogna un’ attività in proprio. Ma non si reputa abbastanza intelligente per avere successo. Perciò è depressa. Pesantemente. Inoltre non riesce ad avere figli. 

Suo marito è amorevole e comprensivo rispetto a questo, ma lei nutre del risentimento nei suoi confronti, e si sente inadeguata rispetto al matrimonio.Ma questa situazione come si è generata? Bisogna tornare indietro nel tempo.

Flashback

Sandy ha 12 anni, è alta 1,80m, pesa 59kg. e indossa una terza misura. I ragazzi le fanno la corte, a lei piace molto, ma vive in una famiglia cattolica, molto osservante.Una sera il padre la sorprende a dare il bacio della buona notte al fidanzatino. Le da della puttana gridando così forte, da farsi sentire da tutto il quartiere.A 15 anni resta incinta, vuole abortire, e i suoi genitori vanno fuori di testa. Per loro è ormai destinata alle fiamme dell’ inferno e riesce a strappare loro il consenso ad abortire solo minacciandoli di togliersi la vita.

Il problema attuale

Oggi, ogni suo problema è interpretato dai suoi genitori come una punizione divina per avere abortito.Sandy desidera farsi perdonare dai suoi genitori, quindi fa tutto quello che vogliono che faccia e a causa di ciò litiga continuamente col marito.Lei si reputa colpevole di avere disonorato i suoi genitori e non riesce a vedere la responsabilità di questi ultimi, per la sofferenza che gli provocano, rinfacciandole continuamente quell’aborto.E tutto ciò nel nome del padre, del figlio e dello spirito santo? Sticazzi! Persino la Chiesa ti permette di andare avanti sereno dopo un periodo definito di espiazione.

La svolta

E infatti Susan la fa ragionare!

Senti un po’, Sandy. Mettiamo che invece di abortire tu hai partorito. Ok?Ok.Una bella femminuccia, che oggi ha 13 anni. Torna a casa da scuola e ti dice “Mamma, sonoincinta”! Che fai, la tratti come i tuoi genitori hanno trattato te?

E Sandy sbotta:

Ma neanche tra un milione di anni!

Realizzando immediatamente quanto fosse ben consapevole del dolore che il comportamento dei suoi genitori le aveva inflitto. Tanto da voler evitare con tutta se stessa di infliggere a sua volta lo stesso dolore alla figlia.Quello che ti ho raccontato è un esempio di come è possibile bypassare, una delle difese psicologiche più forti e più primitive: quella della negazione.

La negazione

La negazione impiega una realtà fittizia per minimizzare, o addirittura negare, l’impatto di certe dolorose esperienze di vita.Ad alcuni di noi fa persino dimenticare quello che abbiamo subito dai genitori, permettendoci di continuare a portarli su un piedistallo.Qual è il problema? Che ci trasformain pentole a pressione sul fuoco acceso.

Pentole a pressione, senza valvola. Destinate a scoppiare in una crisi emotiva, che porta fuori la realtà da cui fuggono, nel bel mezzo di un picco di stress.Sarebbe meglio giocare d’anticipo su quel coperchio, aprendolo deliberatamente, un poco per volta, quando abbiamo energie che ci avanzano.Anche perché, quando si intraprende deliberatamente una lotta per ricostruire le verità del passato, ci tocca di affrontare anche i sistemi di negazione dei parenti.

Non è andata proprio così!Non è stato poi così male!Questo non è mai accaduto!

Sono tutte frasi che cercano di attenuare l’impatto di una tragica realizzazione. Quella secondo la quale, una relazione amorevole, evita di aggredire l’autostima e la dignità dell’Altro, in maniera così implacabile.Una realizzazione dalla quale può dipendere la differenza tra depressione e salute, tra frustrazione e conseguimento.

Abbiamo avuto bisogno di fare esperienza dei nostri genitori come fossero un mito, perché in quanto bambini, avevamo bisogno almeno dell’illusione della protezione.

Da adulti abbiamo bisogno di saper affrontare la realtà per quella che è, e non per come ci piacerebbe che fosse.

E questo implica la necessità di infrangere quel mito. Babbo Natale non esiste. Saperlo non dovrebbe destabilizzarci più neanche di un millimetro.Se ci diciamo che:

  • Babbo Natale ha solo cambiato lavoro.
  • Non ci porta più i regali perché dopo il divorzio dalla befana è sotto stress.
  • Evita le consegne per farci capire il valore di quello che abbiamo già.

Ma perché infrangere il mito? Perché elaborare l’ansia?

Si capisce che alla lunga questo atteggiamento finisce per allontanare proprio le persone che ci amano davvero?

Titolo: come scarichiamo i sentimenti più forti, dalla persona appropriata a un bersaglio più facile.

  • Senza accorgerci di quali siano le cause appropriate dei nostri sentimenti più forti?