Confronto con i genitori tossici: come gestirli e superarli

Il confronto con genitori tossici può avere un impatto negativo sulla vita dei figli anche in età adulta. In questo articolo, esploreremo come affrontare e superare l’influenza di genitori tossici, garantendo una vita sana e indipendente.

1) Riconoscere i segni dei genitori tossici

Prima di tutto, è importante identificare i segni di comportamento tossico nei genitori. Ciò può includere manipolazione, critica eccessiva, mancanza di empatia, abuso emotivo o fisico e controllo eccessivo. Riconoscere questi comportamenti è il primo passo per affrontarli nel confronto con i genitori tossici.

2) Comunicazione efficace nel confronto con genitori tossici

La comunicazione è fondamentale nel gestire i rapporti con genitori tossici. Mantenere la calma e parlare in modo chiaro ed assertivo può aiutare a esprimere i propri sentimenti e bisogni senza provocare ulteriori conflitti.

3) Stabilire confini nel confronto con genitori tossici

È essenziale stabilire confini chiari e sani per proteggersi dai comportamenti tossici dei genitori. Comunica le tue aspettative, i tuoi limiti e le conseguenze in caso di violazione di tali confini.

4) Gestione delle emozioni di fronte a genitori tossici

Affrontare genitori tossici può essere emotivamente drenante. Impara a gestire le tue emozioni attraverso tecniche come la meditazione, lo yoga moderno (se stai affrontando questo problema, evita lo yoga tradizionale, per motivi spiegati qui e se vuoi approcciare ad ulteriori approfondimenti a riguardo, prova a questo video) o l’esercizio fisico. Cerca anche di coltivare relazioni sane con amici e partner per avere un sistema di supporto emotivo.

5) Terapia e supporto per superare l’impatto dei genitori tossici

La terapia può essere un’ottima risorsa per affrontare e superare l’influenza dei genitori tossici. Un terapeuta può aiutare a elaborare i traumi passati e fornire strumenti per costruire relazioni più sane in futuro.

6) Creare una vita sana e indipendente nel confronto con i genitori tossici

L’obiettivo finale è creare una vita sana e indipendente dall’influenza dei genitori tossici. Concentrati sullo sviluppo personale, stabilisci obiettivi a breve e lungo termine e crea una rete di supporto di amici e professionisti che possano aiutarti nel tuo percorso di guarigione.

Affrontare e superare l’influenza dei genitori tossici nel confronto con loro può essere una sfida, ma con le giuste strategie e il supporto, è possibile creare una vita sana e indipendente. Ricorda che la tua felicità e il tuo benessere sono la priorità principale.

Genitori Tossici #008 – Auto-definizione e indipendenza emotiva

Auto-definizione e indipendenza emotiva : come trovare un equilibrio sano nelle relazioni familiari

Auto-definizione e indipendenza emotiva sono i temi dell’undicesimo capitolo di Toxic Parents, di Susan Forward.

Secondo l’autrice essere emotivamente indipendenti significa essere in grado di avere le proprie convinzioni, sentimenti e comportamenti, anche se differiscono da quelli dei propri genitori o di altri.

Auto-definizione e indipendenza emotiva

L’auto-definizione riguarda l’essere fedeli a se stessi pur essendo parte di una famiglia o di una società più ampia.

È importante fare le tue scelte e sentirti libero di essere d’accordo o in disaccordo con i tuoi genitori, ma è anche necessario trovare un equilibrio tra prendersi cura di te stesso e considerare i sentimenti degli altri.

L’autodefinizione deve essere in qualche modo flessibile, poiché gli esseri umani sono animali sociali e richiedono interdipendenza emotiva.

La chiave è mantenere la tua integrità emotiva ed essere fedele a te stesso mentre fai dei compromessi, se scegli che vale la pena farli. Capisci che è ben diverso dal farli capitolando!

Smettila di confondere l’auto-definizione con l’egoismo: va bene dare la priorità ai tuoi bisogni

Molte persone fanno fatica a difendersi perché temono di essere viste come egoiste. Mettono da parte i propri bisogni per compiacere i loro genitori.

Discuteremo dell’importanza dell’auto-definizione, dell’impostazione dei propri confini e di come dare la priorità ai propri bisogni può effettivamente migliorare le relazioni con gli altri.

Ti consiglio di evitare di lasciare che il senso di colpa e la paura ti impediscano di vivere una vita appagata.

“Autodefinisciti” prendendo decisioni in base a ciò che desideri e di cui hai bisogno.

Reattività vs Risposta: Come Prendere il Controllo della Tua Vita

Essere responsivi significa essere consapevoli dei propri sentimenti, ma non lasciarli guidare a comportamenti impulsivi. Questo permette di mantenere un senso di autostima e di controllo sulla propria vita.

L’autrice condivide un esempio di come ha aiutato qualcuno a diventare meno reattivo e più responsivo attraverso esercizi di interpretazioni delle parti.

Come quelli che si praticano nei team di vendita, per capirci, ma con dei ruoli diversi da quelli del venditore e del potenziale cliente.

Rimanere aperti alle ragioni dell’altro e ridurre l’escalation del conflitto, ci evita di sentirci accecati dalle proprie emozioni.

Anche perché è proprio dalla capacità di riconoscere le ragioni dell’altro che si creano le basi sociali per la legittimità anche dei propri di bisogni e desideri.

E’ per questo che negoziare è quanto di più lontano possa esistere dal capitolare!

Sono valore da recuperare su più vasta scala direi!

E anche l’autrice, che “by the way” è statunitense, sottolinea l’importanza di essere responsivi e di prendere il controllo della propria vita.

Il potere di evitare la difensiva nel rompere i cicli tossici

Evitare la difensiva è importante nel rompere i cicli tossici, soprattutto con i genitori. La non difensività è una tecnica che va imparata e praticata perché non viene naturale. Infatti la maggior parte delle persone assume che non difendersi le faccia apparire deboli, ma in realtà è il contrario.

Le risposte non difensive aiutano a mantenere il potere e a rompere il ciclo di attacco, ritiro, difesa ed escalation.

Il testo fornisce alcuni esempi di risposte non difensive che è possibile provare nelle interazioni quotidiane.

  • Oh.
  • Oh, capisco.
  • Interessante.
  • Hai certamente diritto alla tua opinione.
  • Mi dispiace che tu non approvi.
  • Lasciamici pensare su.
  • Perché non ne parliamo quando non sei così arrabbiato.
  • Mi dispiace che tu sia ferito (turbato, deluso).

È importante esercitarsi con le risposte non difensive da soli prima di utilizzarle con gli altri. Praticare ed eventualmente commettere errori è necessario per sviluppare questa abilità, ma alla fine diventerà naturale.

Tecnica delle Dichiarazioni di Posizione: Definire se stessi e le proprie esigenze

La tecnica delle “dichiarazioni di posizione” può aiutare a diventare meno reattivi e a definirsi meglio. Si tratta di definire ciò in cui si crede e ciò che si è disposti a fare o non fare.

Questa tecnica può aiutare le persone che hanno difficoltà a definirsi a causa di un senso di eccessiva responsabilità verso gli altri. Facendo dichiarazioni di posizione, è possibile affermare le proprie esigenze e credenze rispettando gli altri.

Ad esempio, se qualcuno ha difficoltà a stabilire dei confini con i propri genitori, potrebbe fare una dichiarazione di posizione come “Sono disposto a lasciarvi stare per una settimana”. Ciò aiuta a far valere le proprie esigenze rispettando i desideri dei genitori.

Come riformulare il linguaggio per cambiare il comportamento

Le parole che usiamo possono influenzare il nostro comportamento. Quindi riformulare frasi come “non posso” in “non ho ancora fatto” può aprire la porta a nuovi comportamenti e scelte.

La scelta è la chiave per definirci come persone e prendere decisioni basate sulla scelta ci sposta lontano dalla reattività e verso il controllo.

Come migliorare la relazione con genitori tossici: 3 consigli per diventare più sicuri di sé
  1. L’autrice consiglia di non avere paura di provare nuovi comportamenti, come risposte non difensive o espressione delle proprie opinioni, anche su piccole questioni.
  2. Inoltre, suggerisce di non aspettare troppo per metterli in pratica, in quanto procrastinare può aumentare l’ansia.
  3. Infine, afferma che cambiando il proprio modo di rispondere ai genitori, anche se loro non cambiano, si può comunque modificare il rapporto e avere un maggior controllo sulla propria vita.

Yoga e Ur Fascismo #001 – Evitare le trappole

Yoga e Ur Fascismo #001

Il Fascismo Eterno

Umberto Eco ci aveva avvisati!

Ma di che cosa? Te lo spiego dopo la sigla!

A luglio 2018 ottengo il mio diploma di insegnante di Yoga.

Ma come?

  • Frequento un biennio apposta.
  • Scrivo una tesi.
  • Faccio un’ esame pratico.

Perché è interessante?

  • Perché nella tesi parlo di UR FASCISMO e culto della tradizione.
  • Perché il corso è di stampo moderno.
  • E perché il tradizionalismo e il modernismo sono agli antipodi.

Dal buio della notte al sole di mezzogiorno, ci sono infinite sfumature.

Che possono essere colte con maggiore facilità se il contrasto è elevato.

Una di queste sfumature, è l’ UR FASCISMO.

Che è un modo più breve di dire fascismo eterno.

Le sue 4 caratteristiche di base

Il fascismo eterno ha 4 caratteristiche alle quali bisogna stare molto attenti.

Perché quando sono presenti, anche singolarmente, tendono a far condensare una nebulosa reazionaria.

E quali sono ste caratteristiche?

  • Il culto della Tradizione
  • Il rifiuto del modernismo
  • Il culto dell’azione per l’azione
  • Il rifiuto dello spirito critico

E quando dico “rifiuto dello spirito critico”, intendo la tendenza a far passare il disaccordo per tradimento!

Tendenza che mi sembra piuttosto diffusa!

  • Penso al rapporto fra i governi e Julian Assange
  • Penso all’etichettatura compulsiva di qualsiasi categoria sociale immaginabile.
  • Penso alla polarizzazione dei gruppi in seno al bisogno di fare community.

Che poi è figlio del bisogno di monetizzare, che poi è figlio del bisogno de magná.

Il rifiuto dello spirito critico

Ed è come se ognuno di noi dicesse agli altri:

“Se non approvi quello che faccio, allora sei fuori!

Sei fuori:

  • Perché col tuo disaccordo mi metti in pericolo di vita.
  • Perché mi metti in cattiva luce.
  • Quindi mi rovini il personal brand.
  • Quindi mi riduci il fatturato.

E pensare che c’è chi se la prende coi social-network, come se il problema originasse da li.

I luoghi del fascismo eterno

E invece no, è il FASCISMO ETERNO, quello che vive dentro ogni essere umano che è in conflitto morale coi suoi stessi bisogni.

È li che trova il suo spazio naturale. Ed è per questo che è eterno.

Certamente.

Perché se collochi le fonti dell’ autorità oltre l’umano, oltre te stesso, in luoghi in cui tu non hai accesso, nelle astratte regioni del divino”, come del resto fa ogni Tradizione, certe disgrazie sono facilitate.

Perché la rinuncia alla propria responsabilità è anche la rinuncia al potere su di sé.

E allora resta solo il potere sugli altri, che gli altri esercitano su di noi, e noi su di loro.

Tipo che quando tiri acqua al tuo mulino è più facile che tu dica che sei al servizio:

  • del nobile dio,
  • della nobile istituzione,
  • della nobile causa!

Piuttosto che tu faccia delle richieste specifiche, in funzione della tua voglia:

  • de scopà,
  • de magnà,
  • e di sentirti importante per qualcun’altro!

insomma, il culto della Tradizione da tutta l’impressione di essere un potente precursore d’ipocrisie, ricatti morali e rigidità gerarchiche…che rifiutano il modernismo per una ragione molto semplice.

  • In un mondo dove si può fare domande con disinvoltura.
  • Dove la distribuzione liquida del potere è davvero compiuta
  • Dove la società è costituita da persone con solida autostima, senso di responsabilità e rispetto di sé.

Alla Tradizione cosa resta, se non i tentativi di restaurarsi?

Ancien Régime come hobby

Questo perché il modernismo sta alla Tradizione PRECISAMENTE come la rivoluzione francese sta all’Ancien Régime. Ma anche viceversa!

Saranno forse le modalità di questo viceversa che continuano a sfuggirci?

  • Sembra un discorsone lontano ma, siccome la Tradizione:
  • Sta alla base della maggior parte delle religioni.
  • Sta alla base delle arti marziali giapponesi e del militarismo.
  • E sta alla base dello Yoga.

Ci ritroviamo con un Ancien Régime che cerca di restaurarsi, nello spazio personale delle persone moderne, attraverso i loro amatissimi hobbies.

Per questo io sento il bisogno di

  • evidenziare degli ostacoli
  • discutere soluzioni e sperimentarne qualcuna
  • e di confrontarmi liberamente con altri interessati a questi temi.

Quindi se senti della curiosità, anche vaga, fatti vivo nei commenti per favore.

Rapporti umani, marketing e l’accorgersi dei bisogni

Ma parlavo di vincere degli ostacoli!

Ostacoli verso cosa?

Verso una prospettiva dei rapporti umani radicata sul L’ACCORGERSI dei propri bisogni.

Di cosa sento bisogno?

Perché se io non sono consapevole dei miei stessi bisogni, se non mi sforzo di sviluppare un linguaggio, per prendere confidenza con loro, allora sono manipolabile.

E al contempo divento un manipolatore.

Si certamente!

Scusa ma secondo te, è un caso che nella nostra società il marketing abbia assunto un ruolo così centrale?

Il marketing è ovunque, perfino nelle parole di quelli che parlano male del marketing.

Ed è qui anche adesso, nelle parole che ti dico.

E sai perché?

Perché il marketing fa leva sui bisogni insoddisfatti e su tutto il carico psico-emotivo che ne deriva.

Non accade solo per pura malizia che gli yogi guru si trasformino in predoni.

Yogi Guru e Predoneria

Magari il loro intento di base è diverso, tipo quello di favorire la spiritualità delle persone.

Solo che nel giubilo della loro nobile causa, nascondono perfino a se stessi di essere mossi da bisogni ben più prosaici.

Il tutto all’insegna della CONSAPEVOLZÈEEZZA

Tanti Shanti e Namasté

E così come è vero che l’occasione rende l’uomo ladro, l’occasione di esercitare un potere, di procurarsi un vantaggio, di solito è colta senza badare troppo alle conseguenze.

Anche dai professionisti della relazione d’aiuto!

  • E penso alle vicende che hanno interessato Bikram, sul quale è ora in onda uno speciale su Netflix.
  • Penso allo scandalo che ha riguardato il padre spirituale dell’Ashtanga Yoga
  • E penso soprattutto alle accuse che 5 donne austriache hanno mosso all’attuale erede della dinastia di Krishnamacharia.

Dato il numero di questi scandali, non è il caso di chiederci se non ci sta sfuggendo qualcosa di questa straordinaria tradizione?

Si può farlo anche senza tramutarsi in giustizialisti eh?

Per esempio:

In un articolo di Matthew Remski di cui ti lascio il link, si parla dell’erede della grande dinastia Yogica citata poco fa.

Il quale nel 2012 è stato accusato di:

  • intimidazione psicologica
  • “bullismo spirituale”, qualunque cosa questo significhi.
  • umiliazione sessuale dei suoi studenti, in contesti di gruppo,
  • e di avere sottoposto alcune studentesse a falsi massaggi “granthi”, promettendo di dotarle di poteri speciali attraverso il rapporto.

Naturalmente, chiedendo loro silenzio e segretezza in proposito, in modo da rispettare alla lettera il manuale del perfetto manipolatore.

Ora, io non so neanche cosa sia il massaggio “granthi”.

Inoltre non possiamo sapere se è vero o no che queste cose siano accadute.

Poi lungi da me rinnegare il grande valore che tale dinastia di Yogi ha apportato per la demistificazione degli Yoga Sutra di Patanjali.

Però mi pongo delle domande:

  • Dal momento che cominciano a piovere denunce, non è che qualche messaggio, da qualche parte, è arrivato in modo, come minimo inappropriato, agli allievi?
  • In quali modi certi messaggi arrivano ai discenti in maniera equivoca, poco chiara, confusa e incongruente?
  • Non è il caso di cominciare a dare un nome, alle stranezze che si esprimono oggi giorno, nello Yoga e nelle culture Tradizionali?

Le Tradizionali incongruenze della manipolazione

Per esempio:

I confini della relazione Maestro – Allievo, sono posti in maniera confusa.

A mio avviso per poter offrire agli insegnanti l’opportunità di attraversarli con profitto, una volta sfumati.

E anche non fosse questo lo scopo iniziale, è ormai lapalissiano che comunque, poi è così che va a finire!

Ho scoperto che nella cultura anglosassone esiste un ampio dibattito, nell’opinione pubblica, sul tema degli abusi degli yogi guru.

E quando parlo di abusi, essi non devono mica essere per forza di natura sessuale!

L’abuso, in ambito yogico è un tema così sentito, nel mondo anglosassone, da spingere le maggiori associazioni mondiali a creare dei regolamenti dedicati.

Ciò ha interessato anche la ben nota Yoga Alliance.

Non è così nei paesi latini, come la Spagna, l’Italia ed i paesi del Sudamerica, dove il tema rimane dormiente.

Un poco come accade per la tematica della pedofilia ecclesiastica.

Se nei paesi anglosassoni, almeno per i casi emersi, i responsabili sono processati e le vittime, in qualche modo, risarcite.

In Italia i responsabili la fanno franca, qualche volta fanno pure carriera, e le vittime una volta di più, s’attaccano al cazzo!

Ho trovato tanto materiale interessante su questi argomenti.

Quindi se vuoi partecipare alla scelta di quale materiale elaborare prima, accedi alla bibliografia che ho preparato su Patreon.

A mio avviso, la scuola di Ashtanga Yoga, nel mondo anglosassone, ha affrontato la questione in modo abbastanza maturo perché:

  • Ha riconosciuto gli errori del suo Maestro e se ne è scusata, senza per questo rigettare tutto il suo operato.
  • Ha messo però in discussione una parte dell’insegnamento, per capire dove eventualmente ci si è mossi come la volpe con l’uva.
  • Ha acceso i riflettori sulla necessità di ridefinire gli equilibri tra la figura del Maestro e quelle dell’allievo e del gruppo.

E secondo me c’è da prendere spunto da loro anche nei paesi latini come Italia, Spagna e Sudamerica.

È una cosa direttamente correlata allo sviluppo di una sana autostima.

Se è un tema che ti interessa, possiamo approfondirlo.

Per piacere, fammelo sapere nei commenti.

Poi un altro tema su cui invito a fare finalmente chiarezza è il significato della parola tradizione.

Perché nello Yoga come nell’ Aikido, genera confusione!

In queste pratiche infatti è presente sia una tradizione con la t minuscola, intesa come patrimonio culturale trasmesso da una generazione all’altra.

Ma poi, nello stesso contesto, in maniera implicita, è intesa anche come Ur Fascismo.

Anche se pochi sono disposti ad ammetterlo, tra uno Shanti un Om e un Onegai Shimazu.

Questo ha conseguenze poco piacevoli nelle relazioni.

Ste conseguenze le vogliamo per forza chiamarle Karma? Chiamiamole karma!

Quanto buone siano le intenzioni iniziali non ha molta importanza rispetto a tali conseguenze!

E qui colgo l’occasione per condividere una esperienza personale.

Il Sutra 14 del Nadhana Padah di Patanjali

E parto dal Sutra 14 del Nadhana Padah di Patanjali.

Te hlâda paritâpa phalâh pun yâpun yahetu tvât

Pronunciato senza nessuna pretesa di correttezza.

E con piena comprensione di chi, nel dubbio mi ha già mandato in tanta mona.

Mi pare giusto!

In un corso di approfondimento sullo Yoga che ho frequentato di recente, dal quale ho preferito prendere le distanze, gli insegnanti ci parlano di questo Sutra in un momento molto delicato.

Un momento dove molte persone stanno chiedendosi se non è il caso di piantare in asso il corso.

Gli insegnanti ce ne offrono una interpretazione sulla quale io dissento con una certa aggressività.

Perché secondo tale interpretazione, in quanto individui, noi saremmo responsabili delle nostre azioni, solo per l’intenzione che ci siamo coscientemente proposti.

Cosicché, nel caso di effetti dolorosi e indesiderati su noi stessi e sugli altri, noi saremmo liberi da ogni responsabilità.

In sostanza loro ci dicono che se l’intenzione è cosciente e positiva, ma l’altro ci sta male, noi non accumuliamo karma negativo!

Più che un’interpretazione mi sembra un’assai produttiva fabbrica di alibi.

Un’interpretazione poco compatibile con chi si propone di parlare a buon titolo di “consapevolèèèzza”.

Un vero e proprio colmo, in una formazione di figure di responsabilità.

Almeno dal mio punto di vista!

Ma cercando di indagare più a fondo quale fosse la visione del Maestro indiano T.K.V. Desikachar, ho trovato delle conferme a riguardo.

La traduzione dal Sutra sanscrito infatti, dice approssimativamente questo:

Le conseguenze di un’azione saranno dolorose o benefiche, a seconda che le ferite e gli ostacoli siano innescati o disinnescati, durante la pianificazione o nell’attuazione di tale gesto.

Cioè: ferite innescate nell’agire, uguale guai.

Questa interpretazione mi sembra molto diversa da quella proposta al corso.

Tutta una questione di cicatrici

Perché mi dice che:

se nel momento in cui pianifichi o svolgi le tue azioni, le tue ferite e i tuoi ostacoli sono latenti, dormienti, disinnescati,

allora c’è sufficiente chiarezza perché quelle azioni siano appropriate ad evitare inutili sofferenze.

Ma se invece le ferite e gli ostacoli sono innescati, per buone e coscienti che siano le tue intenzioni,

al momento del tuo agire e del tuo pianificare faranno esplodere spiacevoli conseguenze per te e per gli altri.

Quindi la responsabilità permane al di là delle intenzioni, ANCHE SECONDO I SUTRA.

Insomma è tutta una questione di cicatrici, che tengono o che si riaprono.

E poi, a mio avviso, come insegnante di yoga non lo so, ma come persona abbastanza sana di mente si, non puoi presumere di vivere costantemente nella piena trascendenza delle tue ferite.

Perché tutti viviamo momenti di fragilità.

Tutti abbiamo cicatrici che si riaprono.

Se poi prendiamo in considerazione la possibilità che i nostri meccanismi di difesa dell’io siano automatici ed inconsci per definizione, va da sé che,

dei mie schemi distorti, me ne accorgo più dal feedback degli altri, che dalla mia consapevolèzza e purificaziòne.

In parole povere, nonostante i declamati superpoteri, anche i guru pestano merda.

Peccato che alcuni usino gli allievi come carta igenica!

Personalmente ritengo che, nel mondo in cui viviamo, gli om, i sutra e i mantra possono anche essere utili, in una certa misura.

Ma se, quale che sia il contesto:

  • io mi lascio sminuire, intimidire e umiliare;
  • se mi lascio affascinare dal potere, dal prestigio, dal ruolo;
  • se mi lascio coinvolgere in perversi meccanismi di pretesa fiducia.

finisce che divento cibo ripieno.

O alla meno peggio, un bel pallone gonfiato!

Gagliardo eh!

E in campana! Che è importante!

Ciao!

La Forza del Centro in Feldenkrais e Pilates #1

La Forza della ricerca

Giulia

Mi occupo di corpo e movimento da tutta la vita perché ho cominciato con la danza da piccolina.

Ho fatto un percorso lunghissimo come danzatrice classica e poi con la danza contemporanea.

Ho insegnato danza e poi un poco alla volta sono arrivate nella mia vita le discipline della consapevolezza.

Perché per me il lavoro sul corpo è sempre stato un lavoro di ricerca, anche legato all’interiorità all’espressione di me e poi mi ha appassionato molto e mi appassiona trasmettere quello che ho imparato agli altri.

Quindi ho iniziato a insegnare, tanti anni fa, danza. Poi ho intrapreso questo percorso per insegnare il metodo Feldenkrais, che è una disciplina della consapevolezza corporea.

Poi ho continuato con il pilates e adesso sono di nuovo felicemente nella formazione come allieva, per quanto riguarda lo yoga.

Io amo fare l’allieva, amo tantissimo fare allieva, e noi ci siamo conosciuti nell’ambito della nostra formazione yoga.

La Forza della relazione

Alessandro

Visto che siamo già arrivati al discorso formazione, ti chiederei appunto com’è che ci siamo conosciuti noi due.

Giulia

Ci siamo conosciuti in questo contesto meraviglioso che è Contatto:

una scuola di yoga di Modena con la quale io ho iniziato una collaborazione ormai tre anni fa.

Davide e Annalisa, gli insegnanti e fondatori, che salutiamo con tantissimo amore, sono due carissimi amici. Con loro ci siamo conosciuti all’interno di un altro percorso di consapevolezza. E mi hanno invitata a insegnare feldenkrais dentro la loro formazione di yoga.

Per me è stato è stata un’occasione meravigliosa per lavorare con tantissime persone che erano già sulla strada della consapevolezza.

E’ stato un modo per dare un mio contributo, in occasione della loro seconda formazione yoga.

Io mi sono lanciata in questa esperienza e, da quest’anno, non solo sto insegnando Feldenkrais dentro la formazione, ma sto facendo il percorso per diventare insegnante di yoga a mia volta, insieme a te. Tutto questo è una grande onore per me.

Io e te abbiamo cominciato a collaborare perché il mio desiderio fondamentale principale in questo momento è quello di diffondere il più possibile quello in cui credo: le discipline del corpo e della consapevolezza.

Quindi abbiamo iniziato questo dialogo che sono curiosa di vedere dove ci porterà, sei il mio collegamento con la tecnologia.

Perché io nel corpo sono a mio agio, quando sono invece nei social e in altre situazioni più virtuali, sono meno a mio agio. Però ci provo e sicuramente sarà per me una nuova esperienza di consapevolezza.

La Forza della condivisione

La Forza

Alessandro

Di certo è un modo diverso di fare comunicazione ma è foriero di innumerevoli spunti e quindi ci divertiremo, anche se a volte a volte può essere spiazzante.

Questa sera per esempio entriamo nella parte più divertente. Perché per me è bellissimo il fatto che ci siano 5 persone connesse che stanno guardando in diretta quello che noi stiamo dicendo. Paola Gontero che ti saluta, la carissima Anna Laura e anche Rosa Mou.

Giulia

E’ una realtà che conoscevo per aver visto altri ma non avrei mai pensato di entrarci dentro, quindi grazie per questo.

Alessandro

Grazie anche a te.

Faccio una piccola parentesi e la condivido anche con con gli altri, te lo sai già.

Per me è particolarmente piacevole questa collaborazione con te perché io provengo dal mondo olistico e il mio interessamento verso la comunicazione online e il marketing e per un po’ anche per le vendite, è dovuta a una specie di esame di coscienza che mi sono fatto, rispetto a progetti imprenditoriali passati legati al mondo olistico, che non sono andati tanto bene.

E allora mi sono messo a studiare queste cose e in qualche modo , attraverso questa collaborazione, ho l’occasione di reintegrare e riscattare anche questo bagaglio del passato, di rimetterlo a frutto.

Quindi per me è una collaborazione piacevole ed emozionante allo stesso tempo.

Giulia e Alessandro

Assolutamente sì. Ci lanciamo!